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Italia, nel 2015 oltre 12mila i presidi socio-sanitari e socio-assistenziali

Lo rivela l'Istat che spiega che l'offerta raggiunge i più alti livelli nelle regioni del Nord, dove si concentra il 64% dei posti letto e tocca valori minimi nel Mezzogiorno

Economia
Italia, nel 2015 oltre 12mila i presidi socio-sanitari e socio-assistenziali
(Teleborsa) - Nel 2015 sono oltre 12mila i presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari attivi in Italia. Questi dispongono complessivamente di oltre 390mila posti letto (6,4 ogni 1.000 persone residenti). Lo rivela un report dell' Istat che spiega che l'offerta, con oltre due terzi dei posti letto complessivi (75,2%), è costituita prevalentemente da "unità di servizio" che erogano prestazioni di tipo socio-sanitario.

Rilevanti sono gli squilibri territoriali: l'offerta raggiunge i più alti livelli nelle regioni del Nord, dove si concentra il 64% dei posti letto (9,1 ogni 1.000 residenti) e tocca i valori minimi nel Mezzogiorno, con il 10,4% (soltanto 2,9 posti letto ogni 1.000 residenti). Le regioni del Nord dispongono anche della quota più alta di posti letto a carattere socio-sanitario, con 7,6 posti letto ogni 1.000 residenti, contro un valore di 1,9 nelle regioni del Sud.

Nei presidi socio-assistenziali e socio-sanitari sono assistite 382.634 persone: quasi 288mila (75,2%) hanno almeno 65 anni, oltre 73 mila (19,3%) un'età compresa tra i 18 e i 64 anni, e poco più di 21 mila (5,5%) sono giovani con meno di 18 anni. Gli ospiti anziani non autosufficienti sono oltre 218 mila. Tra gli anziani più della metà sono ultra ottantacinquenni e in tre casi su quattro sono donne.

Tra gli adulti (18-64 anni) prevalgono gli uomini, che costituiscono il 63% dell’intero collettivo. Il motivo del ricovero è legato principalmente alla presenza di disabilità o di patologie psichiatriche (circa il 66% di tutti gli ospiti adulti). Nel 2015 complessivamente sono 21 mila i minori assistiti, circa il 36% dei quali è stato accolto nelle strutture per problemi legati al nucleo familiare, quali incapacità educativa, problemi economici o psicofisici dei familiari; il 24% è costituito da stranieri non accompagnati.

14mila minori sono stati dimessi da queste strutture nel corso del 2015. Il 28,5% dei minori dimessi risulta rientrato in famiglia di origine, mentre l’8,1% è stata data in affido o adottata; l’8,8% è stato reso autonomo; il 31% è stato trasferito in altre strutture residenziali; il 13,9% si è allontanato spontaneamente dalla struttura residenziale.

Negli ultimi anni gli stranieri ospiti dei presidi sono aumentati sensibilmente passando da meno di 17mila nel 2013 a più di 21 mila nel 2015. L’aumento è dovuto principalmente ai minori che, solo negli ultimi 2 anni, hanno avuto un incremento di oltre il 40%. Alta la concentrazione nelle Isole, principali punti d’ingresso degli immigrati. La gestione dei presidi residenziali è affidata prevalentemente a organismi di natura privata (70% dei casi), soprattutto di tipo non profit (48%); il 13% delle residenze è gestita da enti di natura religiosa; al settore pubblico spetta la gestione di circa il 16% dei presidi.





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