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Italia, da Corte UE maxi multa su acque reflue

Economia
Italia, da Corte UE maxi multa su acque reflue
(Teleborsa) - La Corte di giustizia europea ha imposto all'Italia una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma di 109 centri urbani o aree sprovvisti di reti fognarie o sistemi di trattamento delle acque reflue.

L'Italia era già stata condannata dai giudici UE, nel 2012, e deferita per la seconda volta dalla Commissione europea per una procedura di infrazione cominciata nel 2004.

Secondo la Corte, l'inadempimento dell'Italia, oltre ad esser durato quasi sei anni, è "particolarmente grave per il fatto che l'assenza o l'insufficienza di sistemi di raccolta o di trattamento delle acque reflue urbane sono idonee ad arrecare pregiudizio all'ambiente". Essa rileva, in particolare, che "il numero di agglomerati per i quali l'Italia non ha fornito, alla data dell'udienza, la prova dell'esistenza di sistemi di raccolta e di trattamento delle acque reflue urbane conformi alla direttiva (74 agglomerati) è significativo, sebbene tale numero sia stato ridotto rispetto a quanto constatato nella sentenza del 19 luglio 2012 (all'epoca, 109 agglomerati)". Inoltre, la Corte "sottolinea che la messa in conformità dei sistemi di raccolta e di trattamento secondario delle acque reflue urbane di alcuni agglomerati con le disposizioni della direttiva avrebbe dovuto essere realizzata al più tardi il 31 dicembre 2000".

Date tali circostanze, "la Corte considera appropriato condannare l'Italia a pagare, a favore del bilancio dell'Unione, una penalità di 30.112.500 euro per ciascun semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie per conformarsi alla sentenza del 2012, penalità che sarà dovuta a partire da oggi sino all'esecuzione integrale della sentenza del 2012". Inoltre, tenuto conto della situazione concreta e delle violazioni in precedenza commesse dall'Italia in materia di raccolta e di trattamento delle acque reflue urbane, la Corte reputa "adeguata la condanna dell'Italia a pagare, a favore del bilancio dell'Unione, una somma forfettaria di 25 milioni euro al fine di prevenire il futuro ripetersi di analoghe infrazioni al diritto dell'Unione".
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