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Scuola, il Parlamento UE scende in campo per mettere fine al "precariato eterno"

Attraverso una risoluzione ha sollecitato le parti in causa ad adottare "provvedimenti immediati" per affrontare le pratiche occupazionali che conducono alla precarietà

Economia, Welfare
Scuola, il Parlamento UE scende in campo per mettere fine al "precariato eterno"
(Teleborsa) - Il Parlamento europeo scende in campo per mettere fine alla questione del "precariato eterno".



Attraverso una risoluzione - rivolta al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri – ha infatti sollecitato le parti in causa "ad adottare provvedimenti immediati nella sua legislazione per affrontare in modo efficace le pratiche occupazionali che conducono alla precarietà". Questo, spiega, perché "il lavoro precario implica una maggiore esposizione alla vulnerabilità socioeconomica, risorse insufficienti per una vita dignitosa e una protezione sociale inadeguata".

Inoltre, nella risoluzione si evidenzia che "la lotta al lavoro precario deve essere perseguita attraverso un pacchetto strategico multilivello e integrato che promuova norme del lavoro inclusive ed efficaci unitamente a misure efficaci per garantire il rispetto del principio di uguaglianza".

E dal momento che quello precario viene inteso come un lavoro che deriva "da un uso abusivo di contratti di lavoro temporanei in violazione delle norme internazionali in materia di condizioni di lavoro, dei diritti dei lavoratori" il Parlamento UE ricorda che ogni Stato membro ha "l'obbligo di punire tale abuso, compresa, in aggiunta, la possibilità per il lavoratore interessato di ottenere il risarcimento per qualsiasi danno subito in passato".

"Fare parte dell’UE non può servire solo alla ricerca del pareggio di bilancio, ma anche a rispettare le indicazioni che giungono da Bruxelles. Continuare ad ignorarle, come è stato fatto sinora, sarebbe immorale ma soprattutto andrebbe a formare, nei confronti dell’Italia, l’etichetta di Paese inaffidabile e opportunista. Speriamo, a questo punto, che la svolta arrivi dal nuovo Governo: se, davvero, si vuole guardare ad un’Europa comune, guidata da valori e norme analoghe, allora si parta dai tanti lavoratori non di ruolo, che non meritano di invecchiare da precari" ha commentato il leader del sindacato Anief Marcello Pacifico.



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