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Povertà e disuguaglianze: Italia dietro la media europea

Pubblicato il rapporto SDGS 2018 dell'Istat per aggiornare gli indicatori dell'Agenda ONU 2030 sullo sviluppo "sostenibile"

Economia, Sostenibilità
Povertà e disuguaglianze: Italia dietro la media europea
(Teleborsa) - Povertà altissima in Italia e superiore alla media europea. Lo conferma un rapporto SDGS 2018 dell'Istat per l'aggiornamento degli indicatori dell'Agenda ONU 2030 sullo sviluppo sostenibile.



Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato l’Agenda 2030 (Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development), che delinea a livello mondiale le direttrici delle attività dei successivi 15 anni, declinate in 17 obiettivi e 169 target, con lo scopo di porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e assicurare prosperità a tutti.

Il rapporto segnala che la povertà cresce solo in Italia: fra il 2015 ed il 2016 la povertà in Europa si è mantenuta pressoché stabile al 23,5% della popolazione, vale a dire che 1 individuo su 4 è in stato di povertà, mentre in Italia la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 30%, quasi 1 individuo su 3, per oltre 18 milioni di persone.

"L’obiettivo di Europa 2020 rimane quindi molto lontano", sottolinea l'Istat.

L’indicatore di povertà o esclusione sociale corrisponde alla quota di persone che presentano almeno una delle seguenti situazioni:
sono a rischio di povertà di reddito, sono gravemente deprivate materialmente, vivono in famiglie con una molto bassa intensità lavorativa.

La povertà di reddito riguarda il 20,6% della popolazione (in aumento rispetto al 19,9% del 2015), la grave deprivazione materiale il 12,1% (dall’11,5%) mentre la quota di chi vive in famiglie con una intensità di lavoro molto bassa è del 12,8% (dall’11,7% del 2015).

Le disparità regionali sono molto ampie sia per l’indicatore composito sulla povertà o esclusione sociale, sia per i tre indicatori in cui si articola. II Mezzogiorno presenta i valori maggiori per tutti e quattro gli indicatori: è a rischio di povertà o esclusione sociale quasi la metà degli individui (46,9%) contro uno ogni cinque del Nord (19,4%).

Nel 2017 si stima siano 5 milioni e 58mila gli individui in povertà assoluta (8,4% della popolazione). Le condizioni dei minori rimangono critiche: l’incidenza di povertà assoluta tra di essi è pari al 12,1%; in peggioramento la condizione di giovani, adulti e anziani.

E assieme alla povertà crescono anche le disuguaglianze. Sempre dal rapporto emerge che Nel 2016 con il 19,1% del reddito disponibile per il 40% più povero della popolazione (indicatore utilizzato da Eurostat per confrontare i livelli di disuguaglianza tra i paesi Ue), l’Italia si pone al di sotto della media europea che, a sua volta, è diminuita nel tempo, passando dal 21,1% del 2011 al 20,9% del 2016.

Il peggioramento è dovuto alla crisi economica: fino al 2007, la crescita in Italia dei redditi della popolazione a più basso reddito è stata più elevata di quella dei redditi complessivi, ma dal 2008, a causa della crisi economica, le flessioni osservate sono state più pesanti per i redditi relativamente più bassi. Contestualmente, è aumentata la disuguaglianza del reddito disponibile, che ha toccato il valore minimo (5,2 ) nel 2007 e quello massimo (6,3) nel 2015.

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