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Imprese, in Italia la maggior parte sono "bonsai" ma pagano tasse da giganti

La denuncia della CGIA

Economia
Imprese, in Italia la maggior parte sono "bonsai" ma pagano tasse da giganti
(Teleborsa) -
"Abbiamo un'economia che si regge su imprese bonsai ma con performance fiscali ed economiche da giganti. Purtroppo, a differenza di un tempo, la competitività del Paese risente soprattutto dell'assenza delle grandi imprese. Da alcuni decenni queste ultime sono scomparse, non certo per l'eccessiva numerosità delle piccole realtà produttive, ma a causa dell'incapacità dei grandi player, prevalentemente di natura pubblica, di reggere la sfida lanciata dalla globalizzazione". A dirlo è Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia.

IMPRESE BONSAI, TASSE DA GIGANTI - Il 98% circa del totale delle imprese presenti in Italia ha meno di 20 addetti. Una platea costituita da oltre 5 milioni di piccolissimi e micro imprenditori e da tanti artigiani, negozianti e liberi professionisti. Nonostante la dimensione aziendale di queste realtà sia molto contenuta, il contributo fiscale ed economico reso al Paese è rilevantissimo. In materia di imposte e tasse, ad esempio, nel 2017 i lavoratori autonomi e le piccolissime imprese (per intenderci solo quelle sottoposte agli studi di settore), hanno versato al fisco 43,9 miliardi di euro (pari al 53% del totale delle principali imposte versate dal sistema economico).

Al netto dei dipendenti del pubblico impiego, le aziende con meno di 20 addetti danno lavoro alla maggioranza degli italiani, vale a dire al 56,4% degli occupati. Inoltre, queste micro realtà producono il 40% del valore aggiunto nazionale annuo, score non riscontrabile in nessun altro grande Paese dell'Unione europea.
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