(Teleborsa) -
L'attività manifatturiera dell'Eurozona si conferma in ripresa a luglio, anche se il settore resta indietro rispetto ai massimi di fine 2017.
La
lettura finale del PMI manifatturiero elaborato da
IHS Markit si è attestato
a 55,1,
invariato dalla stima flash e in recupero rispetto al 54,9 di giugno. Un recupero però minimo se si considera che il dato del mese precedente si era posizionato al livello più basso in 18 mesi, risultando oltre cinque punti sotto il record massimo registrato alla fine del 2017.
Guardando ai singoli Stati, da rilevare la
revisione al ribasso del PMI della Germania - a 56,9 rispetto al 57,3 della stima flash - e quella
al rialzo del PMI della Francia (a 53,3 dal 53,1 preliminare).
In
Italia il dato è stato confermato invece a 51,5, livello
minimo in 21 mesi.
"La minuscola ripresa del PMI non costituisce un motivo di festeggiamenti visto che si tratta del secondo
valore più basso in oltre un anno e mezzo" ha commentato
Chris Williamson, Chief Business Economist presso
IHS Markit, spiegando che gli ultimi due mesi hanno visto le crescite più deboli di produzione manifatturiera dalla fine del 2016, "dato questo che può ancora peggiorare".
"Persino questo tasso ridotto di crescita della produzione ha continuato a superare la crescita degli ordini, col conseguente incremento minore di ordini inevasi in due anni. Questo significa chiaramente che, le
aziende manifatturiere dovranno ridurre i livelli diproduzione nei prossimi mesi a meno che la domanda non si riprenda" ha poi proseguito.
Secondo Williamson
alla base di questo momento di debolezza c’è il peggioramento dell'export. "Le risposte all’indagine indicano che
la crisi riflette probabilmente preoccupazioni per le guerre commerciali, le tariffe e i prezzi in aumento, ma anche l’
incertezza generale sulle prospettive economiche. L’ottimismo rispetto al futuro è rimasto a uno dei livelli più bassi osservati negli ultimi due anni", ha concluso.