(Teleborsa) - Nel settore del trasporto aereo il
tema del comarketing torna a galla periodicamente e, quasi sempre, sembra che tale modalità di
incentivo riguardi solo ed esclusivamente il vettore
Ryanair. L’attenzione riservata alla compagnia aerea irlandese è accentuata anche dal
momento di forte tensione che il management di Dublino ha innescato con i sindacati, così come con varie sigle di non meglio identificate organizzazioni di rappresentanza, nei vari Paesi in cui hanno base gli aerei con l’arpa celtica.
In una realtà che rappresenta un caso di studio, come
l’Aeroporto di Bergamo dove Ryanair ha costituito la più importante base del sud-Europa con tanto di hangar di manutenzione, la voce comarketing richiama una serie di
risultati in crescita e tangibili, relativi alla creazione di
posti di lavoro a quattro zeri, allo
sviluppo turistico e un p
iano di investimenti generati dal gestore aeroportuale che negli ultimi dieci anni
ammonta a 215 milioni e ne prevede altri 500 nel prossimo masterplan. Numeri che hanno permesso di contrastare la crisi di fine decennio scorso e continueranno a costituire ossigeno per l’economia locale. Altro aspetto di enorme importanza è rappresentato dalla
mobilità e dall’
accessibilità ai network internazionali. Nessun’altra città di dimensioni equivalente a Bergamo possiede una rete di collegamenti diretti con un numero così importante di destinazioni. Destinazioni utili a supportare il “petrolio italiano” e cioè accessibilità per i turisti e
accessibilità logistica che, per il distretto produttivo bergamasco che vive di export, al pari delle province limitrofe, ha permesso con le
basi cargo DHL e UPS di supportare in maniera determinante le aziende del territorio.
In tema di sana interpretazione del comarketing,
la società che gestisce lo scalo bergamasco,
SACBO, ha
investito in maniera importante (come avviene in tutti gli aeroporti del mondo) con
incentivi significativi verso Ryanair e verso tutti i vettori che operano sullo scalo di Bergamo, naturalmente in misura proporzionale al traffico generato. Tutto ciò, ha generato
benefici in termini socioeconomici e produttivi e ha permesso di
distribuire utili agli azionisti senza aver mai ricevuto un euro in aiuti pubblici. Altro aspetto non secondario, come risulta da un’attenta analisi del bilancio societario, prima di distribuire utili SACBO ha contribuito a sostenere numerose
iniziative di supporto al territorio stante la disponibilità sempre più scarsa di risorse pubbliche.
In conclusione, SACBO è un azienda partecipata da soci pubblici ma di natura privatistica e, come tutte le aziende di questo tipo,
offre scale sconti ai loro clienti in relazione al numero di passeggeri generato, che a sua volta risulta importante allo scopo di sostenere i ricavi non aviation che rappresentano una voce fondamentale per la formazione degli utili. Ciò tenendo altresì conto che uno scalo come Bergamo è posto in un
area di forte concorrenza con altri aeroporti e non si avvale di modalità di determinazione delle tariffe di cui beneficiano altri competitor vicini.
E’ evidente che
esistono diversi modi di creare relazioni commerciali con le compagnie aeree, che assumono dimensioni e volumi a seconda del contesto concorrenziale e della capacità reciproca Aeroporto/Vettore di essere efficienti e di creare ricchezza. La modalità scelta da SACBO è quella di generare ricchezza incentivando anche il vettore in una spirale comunque positiva. Quella
alternativa e non produttiva è
far pagare “un comarketing forzato“ a tutti i cittadini e alle aziende fornitrici tra le quali gli aeroporti.