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Crollo Ponte Morandi a Genova, MIT: "Tronconi vanno abbattuti"

Cariche esplosive per demolire quello che resta del ponte crollato. Intanto, dalle indagini emerge che "non è stato emesso ancora alcun avviso di garanzia", come assicurato dal procuratore Francesco Cozzi

Economia, Trasporti
Crollo Ponte Morandi a Genova, MIT: "Tronconi vanno abbattuti"
(Teleborsa) - Mentre l'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi di Genova va avanti per accertare responsabilità, gli ultimi rilevamenti sui resti del Ponte crollato lo dicono chiaro: non si può aspettare oltre. Quel che resta in piedi in particolare la parte del moncone est deve essere abbattuto o messa in sicurezza al più presto. Lo ha reso noto la Commissione ispettiva istituita dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture guidata dall'architetto Roberto Ferrazza. Urge avviare gli interventi necessari, e nel momento in cui l'abbattimento diventerà ufficiale, verrà chiesto alla Procura di procedere con il dissequestro dei monconi per permetterne l'abbattimento, visto che i due tronconi est ed ovest sono posti sotto sequestro.

L'esame della documentazione progettuale per gli interventi di manutenzione su Ponte Morandi evidenziano per "la pila n.10, sopravvissuta al crollo, uno stato di degrado dei materiali di grado più elevato, 4 su una scala di cinque, rispetto a quello che era stato riscontrato nella pila n.9 crollata, che risultava di livello 3", spiega la relazione della Commissione ministeriale.

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti ha sottolineato l'urgenza di "decisioni e determinazioni già nelle prossime ore". Per Toti, "occorre sicuramente demolire il moncone nei tempi più brevi possibili, uno per garantire sicurezza anche se oggi l'area è evidentemente sgomberata e dunque nessun essere umano corre alcun rischio, due perché senza la demolizione non riparte la ricostruzione".

Non sarà un'operazione semplice per Genova, una città già in ginocchio che si prepara a demolire e ricostruire. Ma come? Tra le ipotesi spunta quelle delle cariche esplosive per radere al suolo quel che resta di una struttura pericolante. Questo, se fosse confermato, comporterebbe l'abbattimento e la perdita di una decina di condomini sottostanti. Dunque i genovesi che abitavano sotto il Ponte Morandi, non tornerebbero nelle loro case, se non accompagnati dai vigili del fuoco un'ultima volta, per prendere i loro effetti personali. Stessa sorte sull'altra sponda del torrente Polcevera, dove c'è luna vasta area industriale. Fabbriche anche importanti si dovranno preparare a spostare la nuova sede.

Certo, a questo punto, ci sarebbe l'esproprio e scatterebbero gli indennizzi e con il tempo, forse per gli sfollati si dovrebbero avere soluzioni abitative migliori di quelle in cui vivevano. Ma per ora il futuro rimane quanto mai incerto.

Intanto, dalle indagini emerge che non è stato emesso ancora alcun avviso di garanzia. Lo ha detto il procuratore Francesco Cozzi in una conferenza stampa. "Ho letto sulla stampa che 10-12 persone sarebbero state iscritte nel registro degli indagati: questo non corrisponde al vero", ha affermato. "E' già stata acquisita documentazione molto rilevante presso la direzione di Autostrade in varie località e ulteriori acquisizioni verranno decise".


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