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Petrolio a 100 dollari? Per alcuni è possibile ma Goldman Sachs frena

Il ministro dell'Energia russo, Aleksander Novak: "Non escludo tale opzione, poiché ci sono molte incertezze sul mercato petrolifero mondiale"

Economia, Energia
Petrolio a 100 dollari? Per alcuni è possibile ma Goldman Sachs frena
(Teleborsa) - La Russia non esclude un aumento e dunque un ritorno dei prezzi del petrolio a quota 100 dollari al barile. "Non sarebbe molto buono per l'economia dei consumatori e per i produttori, perché crea rischi successivi di un possibile calo dei prezzi. Tuttavia, oggi esiste il rischio che il petrolio possa salire a 100 dollari" - ha dichiarato il ministro dell'Energia russo, Aleksander Novak, in un'intervista con "Business FM" - che aggiunge: "Non escludo tale opzione, poiché ci sono molte incertezze sul mercato petrolifero mondiale".

Novak ha ricordato che manca un mese alla decisione definitiva sulle sanzioni che possono essere imposte da novembre all'Iran e quindi "ora il mercato è molto nervoso".

Dallo scorso 6 agosto, Washington ha ripristinato alcune sanzioni contro Teheran, che erano state rimosse dopo l'accordo sul nucleare del 2015. Dal prossimo 5 novembre, scatterà un'altra tranche di sanzioni che riguarderà il petrolio, il settore energetico e quello bancario e finanziario.

Gli analisti di Goldman frenano sulla corsa del petrolio che potrebbe portare a rivedere i prezzi la soglia dei 100 dollari al barile. Secondo gli addetti ai lavori, infatti, la possibilità non è del tutto esclusa, ma non basta solo la "questione Iran" sono necessari altri elementi, e vedono per la fine dell'anno quotazioni di greggio stabili nel range 70-80 dollari.

Il giorno dopo l'incontro dell'OPEC in Algeria, gli analisti hanno interpretato la cautela ad innalzare l'output di greggio come un segnale che potrebbe portare il barile a quotare 100 dollari nel corso del 2019.


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