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Salvini "smantella il sistema Riace": via tutti i migranti. Lucano: "Credo nella giustizia"

Il Sindaco del paese calabrese, ai domiciliari in attesa del verdetto del Tribunale del Riesame: "Vogliono distruggerci"

Economia, Politica
Salvini "smantella il sistema Riace": via tutti i migranti. Lucano: "Credo nella giustizia"
(Teleborsa) - Il Ministero dell'Interno, su input di Matteo Salvini, è andato giù duro e con una circolare sposta i migranti da Riace. La delibera del Dipartimento Immigrazione è dello scorso 9 ottobre e ordina la chiusura dei progetti e il trasferimento al completo dei migranti presenti. Tutto ciò pressoché alla vigilia della decisione del Tribunale del Riesame sulla misura cautelare dei domiciliari disposta il 2 ottobre scorso per il primo cittadino di Riace, Mimmo Lucano, accusato di irregolarità gravi sul sistema di accoglienze e di conseguenza sospeso anche dalla carica.

Così, intanto, i migranti se ne devono andare, mentre Lucano sconta le conseguenze dell'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e abuso d'ufficio, a circa una settimana dalla manifestazione a favore di Lucano che ha portato nel paese dei Bronzi centinaia di persone in suo sostegno. Secca la reazione del Sindaco: "Vogliono soltanto distruggerci. Nei nostri confronti è in atto ormai un vero e proprio tiro incrociato. I nostri legali, comunque, stanno già predisponendo un ricorso al Tar contro la decisione del Viminale. Credo nella giustizia, non mi pento per niente".

"Chi sbaglia paga. Non si possono tollerare irregolarità nell'uso di fondi pubblici, nemmeno se c'è la scusa di spenderli per gli immigrati", risponde sicuro il Ministro Salvini. Mentre prende posizione "pro Lucano" anche Mario Oliviero, Presidente della Regione Calabria: "È una decisione assurda e ingiustificata. Mi auguro che dietro tale decisione non si celi l'obiettivo di cancellare una esperienza di accoglienza, estremamente positiva, il cui riconoscimento ed apprezzamento è largamente riconosciuto anche a livello internazionale. Chiedo al Ministro dell'Interno di rivedere questa decisione".

Nelle 21 pagine della relazione con le contestazioni del Ministero figura un lungo elenco di mancanze, con in evidenza proprio quegli strumenti che hanno fatto diventare Riace modello di riferimento nel mondo. Ovvero i bonus e le borse lavoro e l'accoglienza dei cosiddetti "lungopermanenti", cioè quei richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità che vengono ospitati anche oltre il termine previsto dal progetto Sprar.

Ma numero di persone troppo alto per il Ministero che perciò ha assegnato a Riace punti di penalità che da soli varrebbero la chiusura del progetto. Per la maggior parte donne con figli a carico, anziani emanati. Tutta gente che per il Viminale avrebbe già dovuto esser fuori dal Paese, e che ora dovrebbe avere 60 giorni di tempo per varcare il confine.

Ora la questione dovrebbe trasferirsi al Tar, dove l'Amministrazione comunale di Riace sembrerebbe intenzionata a presentare ricorso. "Quello che colpisce - afferma Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell'Asgi, l'associazione studi giuridici sull'immigrazione che sta supportando Lucano e la sua amministrazione - è la totale sproporzione fra il provvedimento e la realtà del progetto. Nel paese divenuto simbolo mondiale dell'accoglienza sembra quasi che i migranti siano stati abbandonati a se stessi, in un contesto come quello italiano dove in più di una realtà i servizi di accoglienza non vengono erogati. Non si è compreso né lo spirito, né la specificità territoriale del progetto. In questo provvedimento Riace sparisce".

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