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Ryanair chiude 1° semestre in crescita ma scioperi pesano su utile

Nel semestre utile in calo a 1,2 miliardi e fatturato +7%. Scioperi hanno ridotto tariffe medie (-3%), ma sono lievitati ricavi accessori (+27%). Confermate previsioni utile esercizio 2019 a 1,1-1,2

Finanza
Ryanair chiude 1° semestre in crescita ma scioperi pesano su utile
(Teleborsa) - Traffico e fatturato in crescita per Ryanair, ma utili zavorrati dagli scioperi e dalle conseguenti cancellazioni di voli della scorsa estate. La compagnia low cost irlandese ha chiuso il 1° semestre, al 30 settembre 2018, con una crescita dei passeggeri del 6% a 76,6 milioni ed un aumento del fatturato dell'8% a 4,79 miliardi di euro.

Risultati buoni, che sono stati però controbilanciati dagli effetti degli scioperi, che hanno prodotto indennizzi ed una generale riduzione delle tariffe medie causata dalla perdita delle tariffe più alte praticate nei weekend. L'utile è sceso così del 7% a 1,2 miliardi di euro (escluse le perdite di Laudamotion).

Il CEO, Michael O’Leary, ha spiegato che le tariffe medie nel 1° semestre sono diminuite del 3% e che, al contrario, le "entrate accessorie" (bagagli, servizi a bordo ecc.) hanno registrato una forte crescita 27%. Il risultato è stato inoltre penalizzato da maggiori costi per carburante, personale ed indennizzi per 261 milioni di euro.

Ryanair ha poi ricordato alcuni fatti di rilievo: l'aumento della partecipazione in Laudamotion al 75%, il buyback azionario per 540 milioni, l'acquisto di 23 nuovi Boeing 737s e l'importante accordo siglato con i sindacati del personale di volo in Irlanda, Regno Unito, Italia, Portogallo (piloti) e Germania (assistenti di volo).

Per il 2019, Ryanair conferma le stime aggiornate al 1 ottobre di utile a 1,10-1,20 miliardi (esclusa Laudamotion). Quanto alla Brexit, la compagnia ammette che il "rischio" di uno scenario "no deal" (senza accordo) a marzo 2019 è "in aumento", ma conferma che, nel caso di "hard" Brexit, gli azionisti in UK verranno considerati non-UE e verranno privilegiati gli stakeholder europei. "Il Consiglio limiterà i diritti di voto di tutti gli azionisti non-UE per garantire che rimanga la maggioranza posseduta e controllata dagli azionisti dell'UE".
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