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Manovra, Confindustria: taglierà 6 miliardi di euro di risorse alle imprese

Secondo il Centro Studi di Viale dell'Astronomia si rischia di penalizzare la competitività e frenare la crescita

Economia
Manovra, Confindustria: taglierà 6 miliardi di euro di risorse alle imprese
(Teleborsa) - La Manovra taglierà alle imprese risorse per oltre 6 miliardi di euro. A calcolarlo è il Centro Studi di Confindustria nell'ultima Congiuntura Flash. Secondo gli industriali imprese non finanziarie, banche e assicurazioni sono contributrici nette della Manovra e questo "penalizza la competitività e rischia di frenare la crescita, già in evidente rallentamento, rendendo ancor più complesso raggiungere l'ambizioso obiettivo di espansione del PIL nel 2019 indicato dal Governo".

I principali interventi sulle imprese segnalati dal CsC sono l'abolizione dell'Aiuto alla crescita economica (ACE) e dell'imposta sul reddito imprenditoriale, a favore del nuovo regime impositivo IRES, che prevede la riduzione dell'aliquota al 15% per la quota di utili reinvestita in beni strumentali e in nuove assunzioni.

Il combinato di questi interventi "porterà a un aumento della tassazione sulle imprese per 2,2 miliardi nel 2019 e 1,7 miliardi nel 2020. Inoltre, la nuova misura ha obiettivi diversi rispetto a quelle abrogate" spiegano da Viale dell'Astronomia. L'ACE, infatti, "era diretta a sostenere la patrimonializzazione delle imprese e stava registrando buoni risultati". La mini-IRES suscita invece perplessità in quanto, oltre ad agevolare solo le imprese che hanno maggiori margini di profitto, presenta anche numerose criticità operative che rischiano di aumentare l'incertezza del già complesso sistema fiscale italiano".

Inoltre, prosegue il Centro studi, alcune delle misure per Industria 4.0 sono prorogate, "ma con importanti limitazioni: le risorse destinate a queste misure sono inferiori rispetto al passato". Non sono oggetto di proroga il super ammortamento e il credito d'imposta formazione 4.0, mentre per l'iper-ammortamento vengono stanziati circa 1,1 miliardi per il biennio 2020-2021, laddove la Manovra dell'anno scorso aveva previsto, per il 2019-2020, circa 2,6 miliardi per la proroga di iper e super-ammortamento.

Manca, poi, la stabilizzazione del credito d'imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno che aveva registrato ottimi risultati, con quasi 6,5 miliardi di investimenti prenotati.

Positive invece, la proroga degli eco-bonus e l'introduzione di un voucher, rivolto alle PMI, per l'assunzione di temporary manager per l'innovazione dei processi tecnologici e organizzativi.

Inoltre, è da considerarsi favorevole l'ampliamento delle risorse destinate alla Nuova Sabatini (48 milioni di euro per il 2019 e 96 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023) e al Piano straordinario per la promozione del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti (90 milioni di euro per il 2019 e 20 milioni di euro per il 2020), ha aggiunto il CsC.

Da valutare, secondo gli economisti di Confindustria, gli interventi sulle banche: una parte considerevole delle coperture previste nella manovra viene da misure sulle banche (3,5 miliardi). In particolare, la modifica dell'iscrizione delle perdite e delle svalutazioni crediti, l'applicazione dei nuovi principi contabili IFRS9 e il differimento della deducibilità delle quote di ammortamento del valore dell'avviamento e di altri beni immateriali. "Se si considera anche la modifica agli acconti dell'imposta sulle assicurazioni, il Governo prevede maggiori entrate per circa 4,3 miliardi. Tali interventi, insieme ai tassi di rendimento sui titoli di Stato in aumento, che si trasformano in un aumento del costo della raccolta bancaria, e al rischio di ulteriori downgrade per l'Italia, potrebbero far crescere il costo e ridurre l'offerta di credito, con effetti negativi sulla crescita del PIL".
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