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Mercati al capolinea? I guru della finanza sono pessimisti

Molte le preoccupazioni emerse nel Greenwich Economic Forum, il simposio dei fondi hedge in cui hanno preso parola molti grandi asset manager

Economia, Finanza
Mercati al capolinea? I guru della finanza sono pessimisti
(Teleborsa) - Sale l'attesa per la riapertura di Wall Street dopo la pausa del Thanksgiving Day. Oggi, 23 novembre, la Borsa più grande del mondo tratterà solo mezza giornata e pertanto sono attesi volumi al di sotto della media, ma dopo il tracollo di martedì 20 novembre - cui è seguito un discreto rimbalzo prima della pausa - sono in molti a chiedersi dove andranno i mercati. Perché quella del 20 novembre non è stata una semplice una giornata "no": il Dow Jones e l'S&P500 hanno infatti annullato tutti i guadagni messi a segno da inizio anno, complice anche l'allarme lanciato da Jeffrey Gundlach, fondatore della società di gestione Doubleline Capital. Gundlach ha affermato che le azioni sono ancora troppo costose aggiungendo che non è ancora scattato la fase ribassista vera e propria.

Si tratta solo dell'ultimo allarme lanciato da un investitore professionista. Scorrendo dichiarazioni e relazione fatte dai guru dei fondi hedge in occasione del Greenwich Economic Forum ci si rende conto di come il panic selling possa essere tutt'altro che lontano.

Durante il convegno svoltosi a Greenwich (Connecticut) il 15-16 novembre, ribattezzato la "Davos degli hedge fund", sono emerse diverse problematiche. L'investitore Paul Tudor Jones ha detto che il mondo si è caricato di un debito eccessivo che potrebbe creare problemi a mercati e investimenti. "Probabilmente il credito aziendale vivrà momenti davvero spaventosi", ha sentenziato. E detto da lui, chi aveva previsto il crack del 1987, suona come un campanello d'allarme. Soprattutto perché tra i Paesi ad elevato debito Jones ha citato anche l'Italia.

Il fondatore della Tudor Investment Corporation ha poi detto che il taglio delle tasse alle aziende voluto da Trump alla fine del 2017 potrebbe alla lunga danneggiare gli investitori causando un surriscaldamento dell'economia cui la Federal Reserve dovrà porre rimedio con un aumento dei tassi.

Non dorme sonni tranquilli neanche Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates: ritiene infatti che vi siano una serie di problematiche che minacciano l'economia, tra cui le tensioni geopolitiche e il crescente populismo.

Dalio non sa dire quando avverrà l'inversione di rotta del ciclo economico, ma "abbassando i tassi di interesse si aumentano i prezzi degli asset, quindi in caso di recessione la politica monetaria può fare ben poco. Questo rende i rischi asimmetrici", ha spiegato.

L'unica nota positiva? La Cina, dove Bridgewater ha iniziato a vendere prodotti di investimento grazie all'ottenimento di una licenza da parte di Pechino. "La Cina ha avuto un enorme successo e continua a stare sulla cresta dell'onda grazie ad una sua energia interna" ha spiegato.
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