(Teleborsa) -
La burocrazia inutile costa quasi 5 miliardi di euro al sistema sanitario nazionale. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Fondazione Gimbe 2018 in occasione dello sciopero dei medici in Italia.
Fattori come
complessità amministrative e
inadeguato coordinamento dell’assistenza pesano per oltre un quinto sugli sprechi del sistema italiano,
più degli acquisti a costi eccessivi (10%) e sono praticamente
allo stesso livello di frodi e abusi, stimati al 22% del totale degli
sprechi che superano i 21 miliardi di euro.
Nonostante una spesa di oltre 113 miliardi di euro l’Italia è uno dei Paesi occidentali che, secondo l’ultimo rapporto Health at Glance Europe dell'OCSE,
investe meno sul sistema sanitario in relazione al PIL: 8,9% contro il 9,6% della media dell'Unione Eurpea e contro l’11,5% della Francia e l’11,3% della Germania.
Uno "spread della salute" che pesa sull’efficienza, la capillarità e la modernizzazione della rete sanitaria nazionale
mentre cresce la domanda di assistenza sanitaria e sociale in Italia con un
balzo del 16% delle cooperative del settore negli ultimi 5 anni.
Restano però
scoperte molte aree di crisi a cominciare dai
tempi di attesa che per una visita medica specializzata nel pubblico superano i due mesi con 88 giorni per un accertamento oculistico e più di 96 giorni per una colonscopia, secondo l’ultimo rapporto del Crea Sanità. Una situazione che interessa
le famiglie italiane che
nell’ultimo anno hanno aumentato dell’8% le spese per i servizi sanitari e la salute che ora toccano i 123 euro al mese, secondo ISTAT.