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Manovra, in Commissione i primi 54 emendamenti del Governo: niente reddito di cittadinanza e Fornero

Esame in Aula slitta a mercoledì 5 dicembre

Economia
Manovra, in Commissione i primi 54 emendamenti del Governo: niente reddito di cittadinanza e Fornero
(Teleborsa) - Governo e maggioranza, al lavoro per provare ad uscire dall'impasse sulla manovra economica, presentano alla Commissione Bilancio della Camera un primo pacchetto di 54 emendamenti: 39 vengono dai relatori e 15 dal governo. Nei testi presentati però non ci sono le norme sul reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero, né l'annunciato pacchetto per la famiglia e il taglio delle pensioni d'oro, sopra i 90mila euro. Correttivi su cui si sta giocando la delicata partita con Bruxelles e che sono al centro di un ennesimo braccio di ferro fra i due partiti azionisti del governo giallo-verde. Sono previsti, invece, finanziamenti per assumere 4mila persone nei centri per l'impiego.

L’obiettivo dell’esecutivo, ribadito più volte dal premier Giuseppe Conte in occasione del G20 di Buenos Aires, è quello di evitare la procedura di infrazione sulla manovra italiana. Un negoziato che si gioca proprio sulle correzioni che si intende apportare alla manovra ma di cui al momento non c’è traccia. Fonti sia della Lega che del Movimento Cinque Stelle fanno sapere che arriveranno al Senato, insieme ad un altro corposo gruppo di modifiche.

MARATONA AL VIA -
L'Ufficio di presidenza della commissione Bilancio della Camera, fanno sapere fonti parlamentari, ha deciso di rinviare l'inizio dei suoi lavori alle 18.30, mentre in un primo momento l'esame era previsto alle 14. Al via dunque i lavori no-stop i della commissione che proseguiranno ad oltranza domani, lunedì 3 dicembre, a partire dalle 10 con l’obiettivo di licenziare il provvedimento martedì e consentire l’approdo in Aula mercoledì. Il calendario è fittissimo. Quest’anno, insomma, il rischio di uno slittamento del via libera finale della manovra a dopo Natale è concreto.

Tutto, ovviamente, dipende dall’accordo nell’esecutivo sui due pilastri, reddito e pensioni, che dovranno essere riscritti e rimodulati per consentire qualche risparmio aggiuntivo da utilizzare con ogni probabilità per ridurre la fatidica soglia del 2,4% di deficit considerata intoccabile fino a solo qualche giorno fa.
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