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L'Antitrust multa Facebook per ingannevole informativa ai consumatori

Imposta una multa di 10 milioni di euro per violazione del Codice del Consumo. L'AGCM ritiene che il colosso social non abbia informato adeguatamente chi si registra sulle finalità commerciali della raccolta dei dati personali

Economia
L'Antitrust multa Facebook per ingannevole informativa ai consumatori
(Teleborsa) - L’Antitrust ha multato Facebook Irlanda e la holding che la controlla Facebook Inc con una sanzione di 10 milioni di euro per violazione delle norme a tutela dei consumatori.



L'istruttoria, avviata nell'aprile 2018, ha accertato violazioni del Codice del Consumo, in quanto è emerso che la società induce ingannevolmente gli utenti consumatori a registrarsi nella piattaforma Facebook, senza informarli in modo adeguato e tempestibo, in fase di attivazione dell’account, delle finalità commerciali della raccolta dei dati da loro forniti, e, più in generale, delle finalità remunerative che sottendono la fornitura del servizio di social network, enfatizzandone la sola gratuità.

"In tal modo - sottolinea l'Authority - gli utenti consumatori hanno assunto una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso" ed emerge che "le informazioni fornite risultano, infatti, generiche e incomplete senza adeguatamente distinguere tra l’utilizzo dei dati necessario per la personalizzazione del servizio e l’utilizzo dei dati per realizzare campagne pubblicitarie mirate".

L’Autorità ha inoltre accertato che Facebook attua una pratica aggressiva in quanto esercita un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori registrati, i quali subiscono, senza espresso e preventivo consenso - quindi in modo inconsapevole e automatico- la trasmissione dei propri dati da Facebook a siti web/app di terzi, e viceversa, per finalità commerciali.

L’indebito condizionamento deriva dall'applicazione di un meccanismo di preselezione del più ampio consenso alla condivisione di dati. La decisione dell’utente di limitare il proprio consenso comporta, infatti, la prospettazione di rilevanti limitazioni alla fruibilità del social network e dei siti web/app di terzi; ciò condiziona gli utenti a mantenere la scelta pre-impostata da Facebook.

Come pena accessoria ed in considerazione dei rilevanti effetti della pratica sui consumatori, l’Autorità ha imposto alla società l’obbligo di pubblicare una dichiarazione rettificativa sul sito internet e sull’App per informare i consumatori.
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