(Teleborsa) -
Rallenta la
crescita in Svizzera, con le
previsioni del prossimo biennio riviste al ribasso. La notizia arriva direttamente dal Governo elvetico, sulla base delle stime formulate dagli tecnici, che vedono un
PIL all'1,5% nel 2019 e all'1,7% nel 2020. L’analisi precedete, invece, aveva dato più slancio alle aspettative, attestandosi rispettivamente al 2% e al 2,5%.
Le stime, elaborate dagli economisti incaricati dall’esecutivo, risentirebbero soprattutto dell’
indebolimento legato alla domanda interna e del
rallentamento della crescita internazionale, che insieme al momentaneo
apprezzamento del franco avrebbe
frenato le esportazioni svizzere.
Questo comporterà, ovviamente, una
contrazione degli investimenti da parte delle imprese rossocrociate, che
andranno ad incidere sulla creazione di nuovi
posti di lavoro e sugli
stipendi, fermi a bloccare le
prospettive per il consumo dei cittadini svizzeri.
Una condizione, questa, che ha portato ad un
calo del PIL dello 0,2% nell’ultimo trimestre del 2018, dopo una serie positiva difficile da ripetere, durata ben 5 trimestri. Una crescita ridotta nelle sue dimensioni prenderà dunque piede nel prossimo biennio.
Le
controversie internazionali, nella fattispecie quelle con gli Stati Uniti, le
incertezze politiche interne alla UE ed il livello di
indebitamento internazionale - sottolinea l'esecutivo elvetico - potrebbero determinare un
ulteriore colpo all'export con nuove ripercussioni sulla crescita del paese.