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Commercio estero, surplus cala a 3,3 miliardi ma export conferma in aumento

Pubblicato il rapporto Istat sul Commercio estero extra Ue relativo al mese di novembre

Economia, Macroeconomia
Commercio estero, surplus cala a 3,3 miliardi ma export conferma in aumento
(Teleborsa) - Sulla base dei dati relativi a novembre 2018, in riferimento ai flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue, l’Istat stima un lieve aumento congiunturale per le esportazioni (+0,7%) e un calo per le importazioni (-1,3%).



Un incremento, quello delle esportazioni, esteso a quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie, con l’eccezione dei beni di consumo non durevoli (-3,6%) e dei beni intermedi (-1,2%). Un aumento marcato viene registrato anche nel settore dei beni strumentali (+5,1%) e dell’energia (+4,3%).

Dal lato dell’import, la flessione è intensa per i beni di consumo durevoli (-3,6%) e l’energia (-2,6%) mentre gli acquisti di beni strumentali (+2,5%) sono in aumento. Nell’ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue risulta lievemente positiva (+0,4%), un effetto, precisa l’Istat, “interamente spiegato dal marcato aumento dell’energia (+8,4%)”. Nello stesso periodo, le importazioni sono in forte crescita congiunturale (+3,7%), determinata soprattutto dai beni di consumo durevoli (+13,3%), dai beni strumentali (+4,6%) e dai beni intermedi (+3,8%).

Il surplus commerciale a novembre 2018 è stimato pari a +3.355 milioni, in diminuzione rispetto a +4.626 milioni di novembre 2017 e, da inizio anno, diminuisce l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +62.408 milioni per il 2017 a +61.486 milioni per il 2018).

Nel mese di novembre 2018, l’Istat ha rilevato una forte eterogeneità nella dinamica delle vendite verso i paesi extra Ue. Se l’export tendenziale verso Stati Uniti (+15,9%), India (+5,0%), Cina (+3,3%) e Giappone (+3,2%) è in aumento, vi sono, al contrario, marcate flessioni nelle vendite di beni verso la Turchia (-24,8%), la Svizzera (-20,2%), paesi Mercosur (-17,8%) e Russia (-8,1%).

Gli acquisti da Cina (+24,2%), paesi Asean (+23,8%), Russia (+17,9%), Turchia (+14,5%) e paesi Opec (+12,6%) registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni.


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