(Teleborsa) -
"Le tempistiche sulla Manovra sono dovute al negoziato con Bruxelles, davvero molto complesso" e non c’è mai stata "nessuna deliberata volontà del Governo di comprimere il vaglio del Parlamento". È quanto sostiene, in un’intervista a La Stampa,
il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di rientro dalla Libia.
Il premier ha ribadito che "aver concluso il negoziato con la Commissione europea evitando le sanzioni e mantenendo integre le misure qualificanti del contratto di governo
è un successo per la nostra democrazia" anche se avrebbe "senz'altro avuto piacere di lasciare un più ampio margine di discussione sulla manovra al Parlamento".
E, su questo punto, in risposta alle
polemiche sulla richiesta alla Camera di votare la fiducia su una manovra di cui non si conosce il testo, Conte cita voti avvenuti in
circostanze simili nel 2016 e nel 2014 dicendosi "orgoglioso" di "una manovra espansiva con dentro
Reddito di cittadinanza e
Quota 100, con i conti in ordine e l’ok dell’Europa" Per il presidente del Consiglio il
carattere "espansivo" della Manovra è stato mantenuto "anche dopo le modifiche effettuate" e nonostante la riduzione degli investimenti che, precisa Conte, hanno visto la
riduzione del "contributo dello Stato di circa 2 miliardi soltanto perché parte degli investimenti sarà finanziata da
fondi strutturali europei già disponibili".
Sul
prelievo fiscale aggiuntivo il premier ha aggiunto che riguarderà "settori come quello dei giochi e delle
tasse sui servizi digitali che è una misura di equità sostenuta anche dal Parlamento europeo".
Sul fronte interno della maggioranza di Governo, il premier ha rassicurato sul fatto che in vista della campagna per le europee
Lega e Cinque Stelle resteranno uniti.In conclusione, rispondendo a una domanda su un’eventuale sua candidatura in prima persona,
Conte ha affermato di essere "armato di grande resistenza" ma di avere
"un orizzonte preciso: quello dei prossimi cinque anni".