(Teleborsa) -
Dal 1 gennaio,
le aliquote dei Comuni potranno ricominciare a muoversi, con una
probabile revisione verso l’alto di IMU e TASI. Aumenti che potrebbero colpire proprietari di seconde case, oltre ad attività commerciali e ricettive.
Un’opportunità, che, se fosse raccolta da tutti gli amministratori locali, porterebbe nelle casse dei Comuni
2 miliardi in più di quelli raccolti oggi.
I rincari, sarebbero
più probabili tra i piccoli e medi Comuni del nord Italia, quelli con un bilancio ancora positivo; mentre per quelli del sud ci sarebbe meno margine di manovra, considerato che la condizione critica delle casse ha portato già da tempo i Sindaci a sfruttare appieno il fisco.
Stesse considerazioni per le grandi città,
come Milano, Torino e Roma, dove IMU e TASI sono già state portate alle massime quotazioni consentite dalla Legge.
Il tutto scaturisce da una "
manovra" che ha presentato ai Sindaci un conto di 1,3 miliardi di euro tra tagli, obblighi di accantonamento, spese inevitabili e mancate integrazioni, e che ora offre loro la possibilità di rivedere appunto IMU e TASI attraverso la liberazione del fisco locale.