(Teleborsa) - A dicembre, l’
Indice IHS Markit PMI della Produzione Composita nell’Eurozona si è avvicinato alla soglia di non cambiamento di 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell'economia. Posizionandosi su
51,1, la lettura finale è scesa ai minimi in più di quattro anni ed indicando un valore inferiore a 52,7 di novembre e alla precedente stima flash di 51,3.
Il rallentamento dei ritmi di crescita registrati a dicembre sono in parte il riflesso di una
minore attività rilevata in territorio francese ed è collegato, secondo le aziende intervistate, al movimento dei
gilet gialli, che ha causato la prima contrazione della produzione economica in due anni e mezzo. Tuttavia, anche in altre nazioni si è registrato un indebolimento della crescita, soprattutto in
Germania che ha indicato il più debole risultato in cinque anni e mezzo. L'
Italia ha mantenuto il suo generale andamento al ribasso, anche se la
produzione si è semplicemente stabilizzata dopo due mesi di contrazione.
Nonostante i livelli di crescita dell’attività e dei nuovi ordini siano diminuiti, il
mercato del lavoro dell’eurozona
ha continuato a fortificarsi. A dicembre le assunzioni sono aumentate per il cinquantesimo mese consecutivo.
Quest’ultima crescita è stata di nuovo forte, anche se rallentata al valore minimo dall'inizio del 2017.
L'
Indice PMI IHS Markit dell’attività economica del terziario nell'Eurozona, sempre di dicembre, ha indicato una
flessione per il terzo mese consecutivo ed ha registrato il valore minimo in più di quattro anni. Dopo aver calcolato i fattori stagionali, l’indice ha
registrato 51,2 punti, in calo da 53,4 di novembre e indicativo di una crescita modesta.
Per la prima volta da giugno 2016, l’
attività terziaria francese ha indicato un calo, dovuto ai disagi collegati al movimento dei “gilet gialli”. Allo stesso tempo, la
Germania ha registrato la più lenta crescita da settembre 2016 ed in
Italia è aumentata solo marginalmente. Più positivi sono i dati raccolti per il settore terziario spagnolo dove la crescita è rimasta invariata ad un valore forte.
Con le prospettive di produzione crollate al valore minimo in più di quattro anni,
le aziende non sembrano aspettarsi un'imminente ripresa della domanda - commenta
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit -. "Le preoccupazioni - spiega - sono il riflesso degli ostacoli causati dalle
guerre commerciali, dalla
Brexit, da un’accresciuta
incertezza politica, dalla
volatilità del mercato finanziario e dalla
più lenta crescita economica globale". Secondo Williamson "notizie migliori arrivano dalla
minore pressione sui prezzi, scesa ai minimi in più di un anno, il che
dovrebbe dare un po' di respiro alla BCE nel revisionare le proprie linee guida".
(Foto: Jess47200)