(Teleborsa) -
Registrati, ma pur sempre falsi. A danneggiare le griffe del lusso internazionale, non solo i falsi "spudorati" ma anche quei modelli che, seppure
registrati, vanno considerati
fraudolenti perché imitano in tutto o anche solo in parte quelli originali.
La registrazione del modello o del design non mette al riparo dai reati di
contraffazione: lo ha stabilito
una sentenza della Cassazione (1163/2018) che, in un giudizio penale di contraffazione relativo al “Toile monogram” di
Louis Vuitton, assistita dallo studio Spheriens, ha precisato che è errata
"l’affermazione che la registrazione del marchio non genuino (o comunque che imita quello originale) esonera l'autore dalla responsabilità penale per il reato di cui all'articolo del Codice penale".Al contrario per la Corte il gesto
"si caratterizza semmai per una particolare scaltrezza posta in essere attraverso la strumentale registrazione di un marchio artefatto".