(Teleborsa) - Le due misure
'bandiera' della coalizione gialloverde,
Reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni con l'introduzione di
Quota 100, dopo mesi di rinvii e polemiche,
vedono finalmente il traguardo. E' stato il Vicepremier
Luigi Di Maio ad annunciare che il Consiglio dei ministri approverà i due provvedimenti nella giornata di giovedì 17 gennaio, precisando che saranno tagliate
"anche le pensioni dei sindacalisti, la fine dell'inizio. Stiamo provando a far virare una petroliera, una grandissima nave che stava andando a schiantarsi contro gli scogli". Le ultime limature - Tra le novità lo
stop al reddito dopo un anno se non si accetta un'offerta congrua. In pratica, dopo 12 mesi se il beneficiario del reddito di cittadinanza rifiuta un'offerta "congrua di lavoro" perderà il diritto, prevede il decreto in cui si spiega che
"decade dal reddito di cittadinanza chi rifiuta un'offerta di lavoro congrua, dopo averne già rifiutate due, ovvero, indipendentemente, dal numero di offerte precedentemente ricevute, rifiuta una offerta congrua dopo il dodicesimo mese di fruizione del beneficio". Previsto inoltre un ruolo attivo
dell'Inps nella ricerca degli aventi diritto.
Resta da sciogliere il
"nodo" stranieri: in un primo momento si era calcolato di dare il beneficio a quelli residenti in Italia da 5 anni, poi a quelli che vivono nel nostro paese da
10 anni di cui
due in maniera continuativa. Nel ricalcolo delle risorse spunterebbero così dei fondi per alzare le pensioni dei
disabili, come fortemente voluto dalla
Lega. Di Maio ha assicurato che i 260.000 invalidi che percepiscono un trattamento avranno accesso al programma del reddito senza doversi riqualificare per il lavoro e avranno una pensione da
780 euro se sono da soli a 1.300 euro se in famiglia.