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Scuola, la norma anti-assenteismo anche per docenti e ATA

Per il sindacato Anief molti sono i dubbi sulla necessità di applicazione, vista la portata del tutto marginale del fenomeno che intende contrastare.

Economia
Scuola, la norma anti-assenteismo anche per docenti e ATA
(Teleborsa) - Dopo il via libera al Senato, la norma anti-assenteismo rivolta al personale della P.A. ha iniziato l’iter alla Camera. Anche chi opera nella Scuola potrebbe presto essere interessato dall’introduzione dei sistemi biometrici di lettura delle impronte o dell’iride per verificare la presenza in servizio del resto della pubblica amministrazione e anche l’eventuale installazione di sistemi di videosorveglianza, sempre al fine di monitorare le presenze al lavoro.

Per Anief e Udir la novità presenta più di un elemento di dubbio. Ad iniziare dalla sua reale utilità, vista la portata del tutto marginale del fenomeno che intende contrastare.

"I numeri diramati dalla Funzione Pubblica – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – descrivono una realtà di cui andare fieri e tutt’altro che problematica, in cui i casi di assenteismo o di falsa attestazione della presenza in servizio sono decisamente l’eccezione. Ciò è dimostrato da quanti dipendenti pubblici nel 2018 sono stati licenziati, a seguito di procedimento disciplinare: 384, a fronte di oltre 3 milioni di lavoratori statali, quindi appena lo 0,01%. E, si badi, questa percentuale comprende tutti i motivi di licenziamento, non solo quelli per falsa attestazione della presenza in servizio o assenza ingiustificata".

In totale, nel 2018 si sono registrati nella Pubblica Amministrazione 107 licenziamenti per assenza ingiustificata (lo 0,003%) e 89 per falsa attestazione della presenza in servizio (lo 0,002%), di cui 55 accertati in flagranza.

"Stiamo dunque parlando di un fenomeno più che marginale: di un pugno di dipendenti "infedeli" contro una maggioranza schiacciante di lavoratrici e lavoratori onesti. La domanda da porsi, allora, è una: ma abbiamo veramente bisogno di spendere 35 milioni di euro per installare nei palazzi e uffici pubblici i lettori di impronte e dell’iride per controllarne la presenza in servizio?".



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