(Teleborsa) -
Potrebbero essere più pesanti del previsto gli effetti dello Shutdown, che imperversa da ben
venticinque giorni in USA e pone gravi problematiche di tipo economico, riproponendo con tutta la sua drammaticità
il rischio recessione economica.
Il protrarsi del
blocco delle attività amministrative più lungo della storia americana, infatti, avrebbe ampliato le perdite degli Stati Uniti: inizialmente calcolato intorno allo 0,1% del PIL ogni due settimane,
l'impatto dello shutdown sulla crescita viene ora indicato allo 0,1% del PIL ogni settimana.
Questo perché il primo dato prendeva in considerazione solo gli stipendi
negati da venticinque giorni agli 800mila lavoratori dell’amministrazione statunitense, senza tener conto delle
attività insolute nei confronti dei contractor che operano per il Governo. Una
cessazione delle attività che, secondo quanto riferito da un funzionario della Casa Bianca,
potrebbe costare all’Amministrazione mezzo punto di PIL, se lo shutdown dovesse perdurare tutto il mese di gennaio. Rischio recessione, dunque, per la prima economia mondiale, che nel primo trimestre del 2017 era cresciuta del 2,2%.
Intanto, secondo un sondaggio Reuters/Ipsos il 5
1% degli americani addossa la responsabilità dello shutdown a Trump.
Ma dalla Casa Bianca non arriva nessuna resa. Il Presidente
Trump continua ad insistere per il finanziamento da 5,7 miliardi di dollari, utile alla costruzione del muro al confine con il Messico, in un
testa a testa con l’ala democratica del Congresso. L’ultimo atto del braccio di ferro, infatti, ha visto ieri, 15 gennaio, i
leader democratici disertare un pranzo organizzato alla Casa Bianca dal tycoon, al quale hanno preso parte solo gli omologhi repubblicani.