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Alstom-Siemens, problemi in vista per la fusione franco-tedesca

I tecnici avrebbero raggiunto una conclusione preliminare secondo cui l'operazione è incompatibile con il mercato unico. Ma Parigi e Berlino si ribellano

Economia, Trasporti
Alstom-Siemens, problemi in vista per la fusione franco-tedesca
(Teleborsa) - La danese Margrethe Vestager, commissario alla concorrenza non guarda in faccia nessuno. E come Mario Monti a suo tempo bastonava multinazionali del calibro di Microsoft infliggendo multe pesantissime, l'attuale commissario alla concorrenza si avvia a prendere una decisione contestata ma nell'interesse dei consumatori, si tratta della possibile fusione Siemens-Alstom.



La società tedesca, con oltre 27mila dipendenti e il gruppo francese con quasi 33mila dipendenti, hanno intenzione di unirsi a nozze per creare un gigante europeo dei treni che faccia concorrenza ai cinesi e agli Stati Uniti ma non tutte le ciambelle riescono col buco. Si è messa di traverso l'inflessibile Signora danese che a luglio ha avviato un'indagine preoccupata dal rischio che la fusione, crei un monopolio che possa "privare gli operatori ferroviari europei di una scelta di forniture e prodotti innovativi e portare a prezzi più elevati, che finirebbero per danneggiare milioni di europei che usano il trasporto ferrioviario ogni giorno".

Secondo un venticello che spira dalle stanze del Palazzo della Commissione, i tecnici avrebbero raggiunto una conclusione preliminare secondo cui la fusione è incompatibile con il mercato unico. Anche se sia il gigante dell'ingegneria francese Alstom sia la tedesca Siemens abbiano offerto una serie di vendite di attività per ottenere l'accordo con la Commissione Europea che teme il dominio sui mercati soprattutto nel segnalamento ferroviario e nei treni ad alta velocità.

In una nota la Alstom ha precisato "che i rimedi offerti tengono conto delle preoccupazioni della Commissione pur mantenendo i fondamentali economici e industriali dell'accordo e quindi la proposta dovrebbe soddisfare le perplessità di Bruxelles".

Ma secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, queste offerte non hanno tranquillizzato per nulla, come si pensava, il mastino della concorrenza. Pochi numeri per capire di cosa si tratta, la fusione creerebbe un colosso ferroviario presente in sessanta paesi e con un fatturato annuo di oltre 15 miliardi di euro.

Parigi e Berlino si ribellano. "il diritto dell'Unione Europea della concorrenza - urla il Ministro delle Finanze francesi Bruno Le Maire - è obsoleto, è nato nel ventesimo secolo e deve affrontare i giganti industriali del ventunesimo. Non permette all'Europa di creare i propri campioni industriali".

Anche la cancelliera Angela Merkel afferma "abbiamo bisogni di più campioni europei per battere la concorrenza cinese e americana. Perciò vogliamo sostenere la collaborazione di aziende europee".

La Commissione è divisa, le pressioni di Parigi e Berlino non demordono, una decisione sarà comunque presa entro il 18 febbraio.

L'asse franco-tedesco però fa finta di aver dimenticato la protesta ufficiale Merkel-Macron sull'acquisto degli ex cantieri francesi da parte dell'italiana Fincantieri vista come un'operazione che potrebbe danneggiare la concorrenza nel settore della costruzione navale.

Due pesi e due misure? Altra acqua in favore delle spinte populiste e sovraniste in vista delle elezioni europee.


A cura di

Dino Sorgonà





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