(Teleborsa) -
Prende corpo l'ipotesi di stralcio del
caso Trivelle dal
Dl Semplificazioni e di rinvio della materia in un
decreto ad hoc, a causa dei contrasti Lega-M5S sulla questione.
Il
Ministro Costa ha puntato i piedi, annunciando che
non firmerà il via libera alle perforazioni. Ed è ora di nuovo stallo per la contestata questione che
avrebbe dovuto essere risolta con il Decreto semplificazioni.
"Non c'è stato nulla da fare, restiamo lontani dall'accordo", ha detto. Dopo una trattativa estenuante, a fine giornata, alla Lega non resta che prendere atto che l’accordo con i Cinquestelle è ancora lontano.
La replica al dissenso del Ministro dell’Ambiente è arrivato stretto giro. "Lo
stallo in commissione Affari costituzionali e Lavori pubblici al Senato
- ha detto Garavaglia - va risolto politicamente:
deciderà il Parlamento". "Noi vogliamo trovare una posizione equilibrata - ha spiegato - che eviti la chiusura di siti produttivi e quindi conseguentemente la perdita di posti di lavoro. L'importante è non fare danni. Se il Parlamento politicamente prende una decisione, quale che sia, il ministro non può che prenderne atto".
A far esplodere la vicenda delle Trivelle è stato l'annuncio di nuove ricerche autorizzate nelle acque del Mar Ionio. La risposta del governo al riemergere di polemiche era stata quella di
bloccare le concessioni per 36 mesi con un emendamento al Dl Semplificazioni.