(Teleborsa) - Settimana decisiva per
Theresa May, la Premier britannica che
rischia di perdere il timone delle trattative sulla Brexit, programmata per il prossimo 29 marzo. Già domani,
martedì 29 gennaio, si torna in Parlamento dove è in atto una vera e propria battaglia per ritardare la data del "divorzio" dalla Ue.
Da una parte, i
Tory euroscettici chiedono che la
May torni al tavolo dei negoziati con Bruxelles al fine di riscrivere la parte dell’accordo relativa al confine irlandese. Una linea che anche la Primo Ministro vorrebbe seguire, se solo non avesse la certezza, questa volta,
di trovare vuoto il tavolo delle trattative con l’Unione. Da Bruxelles, infatti, non sarebbe giunta nessuna apertura rispetto alle rassicurazioni già richieste in precedenza in merito al back stop.
Dall’altra parte, l’opposizione giocherà la sua partita alla Camera dei Comuni:
tra 24 ore, infatti,
sarà votato l’emendamento della
laburista Yvette Cooper, che qualora fosse approvato,
produrrebbe lo slittamento della Brexit al 31 dicembre 2019. Un’
azione, che oltre ad allungare i tempi dell’uscita,
creerebbe un
precedente attraverso cui sarebbe
consolidato il peso del Parlamento rispetto a quello del
Governo nell’
approvazione delle leggi. Fino ad oggi, infatti,
Westminster ha sempre avuto la priorità sui lavori della Camera Bassa, indirizzando l’iter legislativo.