Facebook Pixel
Milano 15:12
34.776,65 +0,05%
Nasdaq 15:12
18.267,36 -0,07%
Dow Jones 15:12
39.761,62 0,00%
Londra 15:12
7.962,95 +0,39%
Francoforte 15:12
18.496,7 +0,11%

Zona Euro, debole la crescita dell'attività industriale

L'indice finale composito della produzione nell'Eurozona scende a 51 punti ponendosi al di sopra della stima flash e delle attese (50,7 punti)

Economia, Macroeconomia
Zona Euro, debole la crescita dell'attività industriale
(Teleborsa) - All'inizio del 2019, diminuisce la crescita dell'Eurozona. L'indebolimento dell’attività è soprattutto dovuto all'economia francese e italiana. In Francia, sono due i mesi consecutivi in cui la produzione registra un calo, il più rapido in più di quattro anni. Negli ultimi quattro mesi, il settore privato italiano ha indicato tre contrazioni mensili, quest’ultima è stata la più forte in più di cinque anni.



L'indice finale composito della produzione nell'Eurozona scende a 51 punti ponendosi al di sopra della stima flash e delle attese (50,7 punti). Il dato mostra una contrazione rispetto al mese di dicembre, quando si era attestato a 51,1 punti.

Sotto la zona espansione l'Italia, con il dato che tocca i 48,8 punti portandosi ai minimi da 62 mesi. Stessa situazione per la Francia a 48,2 punti dai 47,9 della stima flash, ma comunque sui minimi da 50 mesi. In espansione la Spagna a 54,5 punti, massimo in 7 mesi. Ai massimi da 2 mesi invece la Germania a 52,1 punti.

A gennaio l'indice dei direttori d'acquisto delle attività terziarie nella Zona Euro è invece rimasto a 51,2 punti, come a dicembre. Il dato risulta superiore alle attese e alla stima flash, che erano entrambe per 50,8 punti.

"Partenza a rilento per il 2019, con livelli quasi stagnanti di crescita e crollo della domanda di beni e servizi - ha dichiarato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit - . Il PMI indica una crescita trimestrale del PIL dello 0,1%, preparando il terreno alla peggiore media trimestrale dal 2013. Con valori così deboli ad inizio anno possiamo aspettarci una probabile revisione al ribasso dell’attuale e condivisa stima di crescita del PIL del 2019 di 1,5%, che indurrebbe la BCE a mostrarsi meno aggressiva.

"L'indagine indica che l’incertezza politica sia globale che locale sta progressivamente intaccando la crescita, frenando la domanda e rafforzando sempre più l’avversione al rischio - conclude Williamson - . Se si aggiungono le crescenti tensioni commerciali globali, l’incertezza della Brexit, le proteste dei “gilet gialli” in Francia e un andamento a singhiozzo del settore auto, sembra evidente che l’attuale scenario economico si presenta come uno dei più difficili dai tempi in cui si è avuto l’apice della crisi del debito dell’eurozona".
Condividi
```