(Teleborsa) -
Esistono molteplici fattori di rischio che indeboliscono una previsione positiva per
crescita del PIL italiano nel prossimo futuro e che, principalmente, lo orienterebbero al ribasso. Così commenta l'Upb, ufficio parlamentare di bilancio dedito alla vigilanza della finanza pubblica, sottolineando che, ad incidere particolarmente sulla valutazione del dato, è l'
andamento delle variabili internazionali. Queste sconterebbero l'assenza di nuove restrizioni sul commercio internazionale comportando impatti complessivamente contenuti dagli attuali fronti di instabilità geopolitica e dall'ordinata normalizzazione delle politiche monetarie nei più importanti ambiti valutari.
Le ipotetiche tensioni, scaturite in primo luogo dalle questioni della Brexit e dalla crisi politica venezuelana, "potrebbero accentuare la volatilità sui mercati, con effetti depressivi sulla crescita internazionale e sulle esportazioni italiane".
Altri aspetti di cui tenere conto, anche rilevanti come elementi di rischio, riguardano
i tassi di interesse sui titoli del debito sovrano i quali, secondo quanto affermato dall'Upb, "Se persistenti ad un elevato livello comporterebbero un inasprimento delle condizioni creditizie con conseguente perdita di fiducia, destinata a riverberarsi sulle decisioni di spesa di famiglie e imprese. Per contro, un calo dei rendimenti sui titoli pubblici favorirebbe l'espansione delle disponibilità di spesa e dell'attività produttiva oltre i ritmi stimati nella previsione".
Il deterioramento della crescita economia,
divenuta negativa in termini congiunturali nel secondo trimestre implica un trascinamento statico negativo del -0,2% per l'anno in corso. Inoltre, rifacendosi ai modelli di previsione di breve periodo, l'attività risulterebbe ancora debole nel trimestre in corso, per il quale si stima una dinamica del PIL "stagnante o debolmente negativa".
Ad oggi la variazione del PIL nostrano per il 2019 è stimata con una media dello 04% annuo, dato che aumenterebbe allo 0,8% senza incorporare nella stima l'attivazione delle clausole Iva, rileva infine l'Un nella Nota congiunturale di febbraio.