(Teleborsa) - Non sembrano essere serviti i litri di latte versati nei giorni scorsi nelle strade dai pastori sardi che, di questo gesto, ne hanno fatto il simbolo della protesta contro il prezzo troppo basso. Infatti
crollano ulteriormente i prezzi del latte ovino nelle prime settimane di febbraio, arrivando persino al di sotto dei valori dei costi di produzione.
A renderlo noto sono le
rilevazioni dell'Ismea, istituto di servizi del mercato agricolo alimentare, il quale ha monitorato l'aggiuntiva discesa del latte che è arrivato ad attestarsi sui
60 centesimi a litro Iva inclusa. Nel primo mese del 2019 il prezzo medio era più alto di due centesimi e, al netto dell'imposta sul valore aggiunto, corrispondeva a 56 centesimi per litro. Al contempo, spiega lo stesso istituto,
i costi di produzione, iva esclusa, hanno raggiunto la cifra
di 70 centesimi, segnando un margine negativo per le aziende produttrici.
Questa situazione, oltre a mandare in perdita di 14 centesimi a litro gli allevatori, ha innescato una reazione a catena che è sfociata in vere e proprie proteste e risentimento da parte dei diretti interessati.
Il Presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte, ha annunciato
un tavolo di filiera per il 21 febbraio nel quale prenderanno parte per la prima volta anche i pastori della Sardegna. "Saranno allo studio delle
misure per venire incontro alle loro richieste", ha infine dichiarato.