(Teleborsa) - Lo spoglio delle
elezioni regionali in Sardegna,
per il rinnovo del Presidente della Regione e del Consiglio regionale è iniziato stamane alle ore 7. Mentre si attendono i primi dati reali, gli occhi sono concentrati sul testa a testa emerso dagli exit poll: tra il candidato del centrodestra Christian Solinas e Massimo Zedda sostenuto dal centrosinistra.
I tempi si preannunciano lunghi visto che, come annunciato dalla stessa Regione,
i risultati arriveranno in forma aggregata: i Comuni con massimo 10 sezioni forniranno il dato solo una volta concluse le operazioni (100%), quelli tra 11 e 30 sezioni quando sarà raggiunto il 50% dello scrutinio, mentre per i centri maggiori quando si arriverà al 25%.
Il Presidente uscente,
Francesco Pigliaru, era stato eletto nelle precedenti elezioni del 2014 candidato dal centrosinistra.
ALLA CHIUSURA DEI SEGGI, alle 22, aveva votato il 53,75% degli aventi diritto, un punto e mezzo in più di quel 52,2% raggiunto alle passate regionali. A
mezzogiorno, prima rilevazione sull'affluenza alle urne, aveva votato il
16,77% (+2,27% sul 2014) e alle
19 il
43,78 % .
Nell'attesa dello scrutinio
l'attenzione si è tutta riversata sugli exit poll che sembrerebbero prefigurare un clamoroso crollo di consensi per il Movimento 5 Stelle. Solo
ipotesi, comunque, che verranno confermate o meno dal conteggio delle schede.
Sulla corsa alla Presidenza della Regione Sardegna, gli exit poll parlano di un "testa a testa" tra il candidato del centrodestra Christian Solinas che avrebbe raccolto tra il 36,5 e il 40,5% dei consensi e
Massimo Zedda, sostenuto dal centrosinistra che avrebbe ricevuto tra il 35 e il 39% dei voti.
Mentre Francesco Desogus, candidato del Movimento, sarebbe fermo tra il 13,5 e il 17,5%.
Per quanto riguarda
il voto di coalizione, i risultati delle "interviste nell'immediato dopo voto" vedrebbero nettamente in testa il centrodestra accreditato tra il 43 e il 47%, con il centrosinistra in seconda posizione, tra il 27 e il 31%. Terzo l'M5S, come in Abruzzo, attestato tra il 14,5 e il 18,5%
.
Le
elezioni regionali in Sardegna sono un altro importantissimo test dopo le
elezioni in Abruzzo, che hanno visto trionfare su tutti la
Lega Nord con la vittoria schiacciante del candidato di centrodestra
Marco Marsilio.Nelle
otto circoscrizioni in cui è suddivisa la Sardegna si è scelto
fra 24 liste a sostegno di 7 candidati:
Christian Solinas, segretario del partito delle autonomie sardo, sostenuto dal
centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, UDC ed altri);
il sindaco di Cagliari
Massimo Zedda, sostenuto dalle forze di
centrosinistra (Partito Democratico, LeU, Popolari socialisti ed altre liste di area);
Francesco Desogus, candidato dal
M5S che come sempre corre sa solo;
Mauro Pili per la lista autonomista Sardi Liberi;
Andrea Murgia, sostenuto da vari movimenti indipendentisti;
Paolo Maninchedda, candidato del Partito dei Sardi;
Vindice Lecis, giornalista sostenuta dai partiti di sinistra (Sinistra Sarda-Rifondazione-Comunisti Italiani).
Tre le tematiche ci importanti della campagna elettorale: lo
sviluppo economico della Sardegna, con la recente protesta dei pastori sardi in primo piano, la riorganizzazione della
sanità e il delicatissimo tema della
continuità territoriale.
Le precedenti
elezioni regionali del 2014 avevano visto trionfare il centrosinistra con Francesco Pigliaru che prese il 42,45%, schiacciando il centrodestra che aveva candidato Ugo Cappellacci (si fermò al 39,65%). In quell'occasione non partecipò il Movimento 5 Stelle per problemi interni al movimento.
Alle
politiche 2018, però, il M5S ha partecipato e trionfato con il 42,48% delle preferenze, superando il centrodestra che conquistò solo il 31,04% dei voti, mentre al centrosinistra è andato il 17,66%. Un quadro che però potrebbe essere ribaltato, considerando l'esito delle elezioni abruzzesi e gli ultimi sondaggi, che vedono la
Lega in progressiva ascesa.