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Tav, Tria:"Se non si rispettano i patti nessuno verrà più a investire in Italia"

Lo spinoso tema dell'Alta velocità scalda animi di politici e manager. All'Unione Industriale di Torino l'argomento principale del dibattito

Economia, Trasporti
Tav, Tria:"Se non si rispettano i patti nessuno verrà più a investire in Italia"
(Teleborsa) - Sulla Tav le controversie continuano ad essere accese ed ognuno ha la sua opinione a riguardo. Pe il Ministro dell'Economia Giovanni Tria, "se non si rispettano i patti, come potrebbe succedere per la Torino-Lione, nessuno verrà più a investire in Italia. Il problema non è la Tav o l'analisi costi-benefici: bisogna capire che nessuno verrà mai a investire nel nostro Paese se ogni Governo che arriva poi cambia le leggi in maniera retroattiva, cambia i contratti e non sta ai patti".



Il vice Ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, punta invece ad allontanare le posizioni ideologiche che potrebbero bloccare il Paese per i prossimi anni, e sostiene che, per partire, bisogna iniziare dalla costruzione di una mini Tav. "Sono per mettere in efficienza tutte le opere, ma la priorità è portare a casa il tunnel di base. Da qui al 2030 si possono rivedere le progettazioni, ma è fondamentale contrattare maggiori risorse".

A detta dell'Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Francesco Balocco "l'Osservatorio per la Torino-Lione non lo ha cassato ufficialmente nessuno. Continuerà perciò con a capo un portavoce, che sarà l'ex Presidente Paolo Foietta. Se non si faranno le grandi opere il Piemonte, che è un territorio periferico, si svuoterà di industrie e anche demograficamente".

Per il Presidente della Camera di Commercio di Torino, Vicenzo Ilotte, lo sbaglio starebbe piuttosto a monte, nel voler indire un referendum sulla Tav che altro non sarebbe che la negazione di un principio di democrazia. "E' sbagliato che la politica rimandi i temi importanti e spinosi agli elettori - ha sottolineato Ilotte - e prendano, invece, in mano la situazione per arrivare serenamente ad una conclusione che non sia ideologica".

"Mi sembra che la Regione non possa indire un referendum - ha aggiunto il Presidente della Camera di Commercio - E poi chi parteciperebbe: Torino, il Piemonte, o il Nord Italia o tutto il Paese"? L'analisi costi-benefici dovrebbe essere rifatta, anche perché la Ue vuole alzare la sua quota di finanziamento. Se questa decisione venisse presa mi sembra che non ci sino più scuse per non fare la Tav".

Infine a pronunciarsi sullo spinoso tema anche il Direttore generale di Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin), Mario Virano. "L'80% del Pil mondiale si genera nelle grandi aree urbane - ha detto - ma le città europee non sono competitive con le megalopoli del mondo, se non si crea una rete che le connetta tra loro e che possa far sentire il loro peso aggregato sullo scenario competitivo globale. Questo è il punto sulla Torino-Lione, non la faticosa, controversa volontà di collegare un singolo punto con un altro singolo punto".

Telt è azienda francese di proprietà al 50% dello Stato francese e al 50% di Ferrovie dello Stato italiane con sede a Le Bourget-du-Lac, nel dipartimento della Savoia ed è il Promotore Pubblico responsabile della realizzazione e della gestione della sezione transfrontaliera della futura linea ferroviaria merci e passeggeri Torino-Lione.
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