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Tav, conviene? Confronto tra Ponti e accademici a Torino

Sono necessari 5 miliardi per concluderla e 4 per blocco e ripristino. È quanto è emerso, ieri, dal confronto "Torino-Lione, fondamenti tecnici dell'analisi costi benefici" a cura della fondazione Collegio Carlo Alberto

Economia, Trasporti
Tav, conviene? Confronto tra Ponti e accademici a Torino
(Teleborsa) - Cinque miliardi per finire la Torino-Lione, quattro miliardi per stopparla chiudendo i buchi nelle montagne e, in entrambi i casi, 12 anni di cantieri. Sono queste le stime, al netto di eventuali ricorsi e di un intervento della giustizia europea, emerse ieri dal confronto "Torino-Lione, fondamenti tecnici dell'analisi costi benefici", organizzato ieri dalla fondazione Collegio Carlo Alberto di Torino. Nel giorno in cui il ministro Danilo Toninelli ha annunciato "una decisione sulla Tav entro la prossima settimana", l'ente strumentale della Compagnia di San Paolo ha invitato l'uomo dell'analisi costi-benefici Marco Ponti, accompagnato da Francesco Ramella dell'equipe di esperti che hanno redatto il documento, a un confronto con accademici esperti di trasporti. Tra loro Andrea Boitani dell'università Cattolica di Milano, Massimo Florio dell'universita' di Milano e Marco Percoco della Bocconi.

A Torino, "nella gabbia del leone" come ha ironizzato il vicepresidente del Collegio Carlo Alberto, Giorgio Barba Navaretti, difronte a una platea quasi tutta "Sì Tav", – dal direttore generale dell'Unione industriale di Torino, Giuseppe Gherzi all'ex-senatore Stefano Esposito fino a Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti – Ponti ha incassato colpi e risposto alle critiche.

"È più democratico prendere decisioni sui numeri" ha affermato Ponti definendo la Tav come un'opera che "genera poca occupazione" e difendendo come "sacrosanta e giusta" la controversa scelta di considerare il calcolo sulle mancate accise e sui pedaggi autostradali come una "diminutio" della convenienza dell'opera. "I calcoli che abbiamo fatto sono attendibili e in futuro i veicoli saranno meno inquinanti e più sicuri, dunque il passaggio modale dalla strada alla ferrovia avrà margini ancora inferiori", ha aggiunto, sempre su questo punto, Ramella. Di diverso avviso Percoco, per il quale le accise non dovrebbero essere prese in considerazione.

Per Boitani, invece, il documento avrebbe dovuto contenere anche un'analisi costi-benefici dello stop all'opera smontando pezzo per pezzo il metodo usato da Ponti.

Ma sull'esito dell'analisi per i suoi esperti redattori non ci sono dubbi. Secondo Ramella il numero medio di passeggeri che giustifica una nuova linea ferroviaria si aggira attorno ai 7 milioni. Tra Torino e Lione invece, secondo l'analisi, si muoveranno 600mila persone. "Troppo poco per una ferrovia che costa 180 milioni di euro a chilometro", ha affermato Ramella, lamentando di non avere avuto da Ferrovie i dati sui passeggeri internazionali.

Nei prossimi giorni si attende la pubblicazione del supplemento dell'analisi costi-benefici, chiesto a Ponti dal premier Giuseppe Conte, il cui contenuto è ancora segreto.
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