Facebook Pixel
Milano 23-apr
0 0,00%
Nasdaq 23-apr
17.471,47 +1,51%
Dow Jones 23-apr
38.503,69 +0,69%
Londra 23-apr
8.044,81 +0,26%
Francoforte 23-apr
18.137,65 +1,55%

Donne manager e imprese femminili "con una marcia in più"

Una indagine della CNA rileva che le donne ai vertici dele aziende sono quasi 3 milioni e le imprenditrici/libere professioniste arrivano a 1,4 milioni. Cresce la loro presenza ma gli ostacoli sono moltissimi e si fatica più degli uomini a conciliare il quotidiano

Economia
Donne manager e imprese femminili "con una marcia in più"
(Teleborsa) -

Le donne hanno una marcia in più nel lavoro e nella creazione di nuove imprese. Lo rivela una indagine condotta dal Centro studi CNA , l'associazione che rappresenta gli artigiani, su "L’imprenditoria femminile in Italia". Lo studio rivela che sfiorano i 3 milioni gli incarichi di vertice affidati a donne. Per la precisione sono oltre 2,8 milioni pari al 26,7% del totale nazionale. Più in dettaglio, i ruoli di amministratore ammontano a 1,1 milioni, quelli di titolare d’impresa 840 mila, quelli di socie 620 mila e le altre cariche 241 mila.

Donne manager in crescita spinta

L'indagine mostra anche che i ruoli apicali tenuti dalle donne sono cresciuti dell’1%, più di quanto hanno fatto i colleghi uomini (+0,4%). Tra le diverse tipologie di ruolo è rilevante l’exploit degli amministratori donne, che hanno surclassato i colleghi: la loro crescita l’anno scorso è stata del 3,1% contro il +1,7% della componente maschile.

Un ruolo soprattutto nel terzo settore e nella sanità

I settori nei quali l’incidenza femminile è aumentata in maniera più marcata sono le attività sanitarie e di assistenza sociale (+9,9%), l’istruzione (+6,1%), le attività legate alla fornitura di energia elettrica, gas e aria condizionata (+5,6%), le attività di trasporto e magazzinaggio (+4,5%) e quelle di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+4,2%).

Donne imprenditori o libere professioniste

Guardando al lavoro indipendente, si contano 1,4 milioni di donne, pari al 14,6% dell’occupazione complessiva nel nostro Paese, ma per il genere femminile operare sul mercato del lavoro come lavoratrici indipendenti risulta una opzione non semplice e, talvolta, obbligata.

Quando viene richiesto quali siano state le motivazioni che hanno portato a intraprendere la via del lavoro indipendente, il 12,5% delle donne intervistate indica l’impossibilità di trovare un lavoro dipendente e l’8,1% la volontà di disporre di orari flessibili per coniugare al meglio casa e lavoro.

Altro fattore interessante è che in Italia le lavoratrici indipendenti tendono a lamentarsi meno dei loro colleghi uomini, anche se solo il 12,2% dichiara di non avere problemi nel gestire la vita quotidiana. .

Una strada tutta in salita e piena di ostacoli ma...

Tanti sono i fattori di ostacolo. Tra questi vi è ovviamente la difficoltà di conciliare gli impegni familiari con la vita professionale e il persistere di opportunità di guadagno economico non soddisfacenti se considerate sia in termini assoluti che rispetto a quelle maschili.

Tuttavia, nonostante abbiano di fronte ostacoli ogni giorno, le lavoratrici indipendenti italiane esprimono un grado di attaccamento alla loro attività tra i più alti d’Europa dichiarandosi soddisfatte della propria attività per il 52% del totale. Una percentuale seconda in Europa solo al Regno Unito, dove però il gender gap risulta essere molto più ridotto.

Condividi
```