(Teleborsa) - Il Consiglio di Amministrazione di
TIM si è riunito in data odierna per fare il
punto della situazione, in vista dell’Assemblea convocata per il 29 marzo, con riferimento alle
contestazioni e ai rilievi mossi da Vivendi ed alla
relazione del Collegio Sindacale sulle irregolarità che inficiarono il CdA che votò la revoca ad Amos Genish.
Il Board ha dunque precisato che
"questo Consiglio non è l’espressione di un singolo socio" e che la lista da cui è stata tratta la maggioranza degli Amministratori (dieci su quindici) è stata presentata da un azionista che deteneva, all'epoca dell’Assemblea del 4 maggio 2018, l’8,85% del capitale sociale. Tale lista ha ottenuto il voto favorevole del 33,47% del capitale sociale: è allora del tutto fuorviante catalogare questo Consiglio come espressione di Elliott.
La seconda considerazione è che
"questo Consiglio non condivide le valutazioni critiche espresse dal Collegio Sindacale" nella relazione dell’8 marzo 2019, in merito a
presunte asimmetrie informative o vizi procedurali.
Il CdA spiega poi che la
svalutazione dell’avviamento nel resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2018
"era atto dovuto" e la relativa delibera è stata assunta con il voto favorevole di tutti i Consiglieri presenti, ivi incluso il Consigliere Amos Genish, con la sola astensione di due Consiglieri, e nessuno ha impugnato la delibera per carenza informativa o per qualunque altro motivo.
"La revoca delle deleghe al Consigliere Amos Genish non rappresenta alcun “golpe” da parte della maggioranza del Consiglio o il risultato di “consigli ombra”, quanto piuttosto il risultato di una progressiva
perdita di fiducia nelle capacità del Consigliere Amos Genish di fronteggiare efficacemente le condizioni di mercato, come dimostra la circostanza che il
piano industriale dallo stesso perseguito
non stava dando i risultati attesi". E rappresenta inoltre "la volontà di porre rimedio a una situazione che assumeva contorni sempre più critici a
salvaguardia dell’interesse dell’azienda e di tutti i suoi azionisti".
Sui
profili procedurali della delibera consiliare di
revoca di Genish ed alla
nomina del nuovo Amministratore Delegato, il Consiglio ritiene che il processo decisionale
"sia stato pienamente conforme".
Inoltre, il Consiglio ritiene che la condotta tenuta a seguito della richiesta di convocazione assembleare avanzata dal socio Vivendi sia stata pienamente conforme alla normativa vigente così come "doveva emettere" il comunicato in cui si annunciavano risultati inferiori alle attese del mercato. Criticate punto per punto le valutazioni del socio Vivendi a commento della Relazione del Collegio Sindacale.
Il CdA ritiene pertanto che
l’attività del Presidente sia stata conforme ai doveri di istruzione e guida dei lavori consiliari e non sussiste alcuna ragione che possa metterne in discussione l’indipendenza. Il Consiglio pertanto
riafferma piena fiducia nell’operato del Presidente.