(Teleborsa) -
L'economia italiana conferma una "fase di debolezza", mentre le prospettive dell’
economia internazionale restano caratterizzate dalla presenza di
rischi al ribasso. Il processo di
Brexit infatti è rimasto incompiuto ed i
negoziati tra Stati Uniti e Cina sono ancora in corso.
E' quanto emerge dall'ultima nota congiunturale dell'Istat, secondo cui la situazione resta invariata, nonostant
e alcuni segnali positivi emersi nell'ultimo periodo. Fra questi l’indice della
produzione industriale, che è tornato a mostrare
segnali di vivacità (+1,7% a gennaio rispetto a dicembre 2018),
grazie ai consumi (+2,4%), soprattutto quelli non durevoli, ed in presenza di un
miglioramento degli ordinativi (+1,8%).
Prosegue la fase di stabilità sul mercato del lavoro anche se torna ad aumentare la disoccupazione (10,7% e febbraio, un decimo superiore al dato di gennaio).
Il
reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici
si è ridotto (-0,3%), abbassando anche il
potere d'acquisto delle famiglie (-0,5%), mentre il miglioramento dei consumi è stato raggiunto grazie ad un'ulteriore flessione della propensione al risparmio.
In un contesto europeo di
decelerazione dell’inflazione, permane il differenziale inflazionistico a favore dell’Italia rispetto a quelli dell’area euro (a marzo in rallentamento a +1,4%). ). Il divario negativo si conferma particolarmente ampio per la misura di fondo dell’inflazione, (0,5% in Italia contro 1%).
Si conferma l’indebolimento della fiducia sia delle imprese sia dei consumatori. L’indicatore anticipatore ha segnato una flessione di intensità ridotta rispetto a febbraio, suggerendo un possibile cambiamento rispetto alla fase di contrazione dei livelli di attività economica manifestatasi negli scorsi mesi.