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UE, stallo sulle nomine: veto di Macron sul candidato di Merkel

Il presidente francese vuole uscire dalla pratica dello Spitzenkandidaten e boccia la candidatura del popolare Weber: Conte vede Juncker per la lettera in arrivo

Economia, Politica
UE, stallo sulle nomine: veto di Macron sul candidato di Merkel
(Teleborsa) - Stallo sulle nomine europee dopo il vertice dei capi di governo all'indomani delle elezioni europee. Il nuovo Europarlamento, uscito dalle elezioni del 26 maggio, sembra aver chiuso la fase del bipolarismo tra popolari e socialdemocratici, aprendo una nuova fase anche per la scelta dei vertici delle istituzioni europee.

MERKEL - Da un lato c'è infatti chi, come Angela Merkel, difende il tradizionale sistema dello "Spitzenkandidaten", o candidato di punta, e sostiene il nome del proprio schieramento politico: è ancora il caso della cancelliera che ha proposto come nome del PPE alla presidenza della Commissione UE il tedesco Manfred Weber.

MACRON - Dall'altro c'è chi ha letto nelle elezioni la necessità di rinnovare le istituzioni europee e vorrebbe un nuovo metodo di elezione più rappresentativo del Parlamento che degli equilibri tra Stati. Emmanuel Macron si è infatti opposto non solo alla candidatura di Weber ma anche al metodo dello "Spitzenkandidaten".

"Queste elezioni segnano una nuova tappa per l'Europa e non faremo finta di niente - ha dichiarato il presidente francese - Il ruolo della Francia è quello di uscire dalla prigione degli Spitzenkandidaten. Servono donne e uomini che possano raccogliere la maggioranza in Consiglio e Parlamento. Oggi ci sono dei nomi, altri ne emergeranno. Abbiamo bisogno di gente forte che abbia una legittimità forte. Ci vogliono i migliori".

2 DONNE E 2 UOMINI - Macron ha poi chiesto equilibrio di genere, puntando a 2 uomini e 2 donne a capo delle maggiori istituzioni europee: oltre alla Commissione, si devono eleggere il presidente del Consiglio, l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza e il presidente della BCE. A oggi, solo una di queste cariche è ricoperta da una donna, l'italiana Federica Mogherini, attuale Alto rappresentante per gli affari esteri.

TUSK - In questo è stato sostenuto dal Presidente del Consiglio Donald Tusk. "Non è solo un'aspirazione mia - ha affermato - avere un equilibrio di genere nelle istituzioni UE. C'era una maggioranza molto visibile attorno al tavolo determinata come me su questo. Se sarà possibile, lo vedremo, ma è questo il mio piano e la mia ambizione".

I CANDIDATI ALLA COMMISSIONE - I nomi al momento per la Commissione UE sono gli stessi: oltre a Weber per il PPE, ci sono il socialista Frans Timmermans, l'ex commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager per i liberali dell'ALDE (anche se formalmente non l'Alde ha indicato una rosa di sette personalità) e, più defilato, il capo negoziatore per la Brexit Michel Barnier.

IL NODO BCE - Altro tema cruciale è la successione a Mario Draghi alla guida della BCE. Nel dibattito è ora entrata la Spagna che ha visto la vittoria dei socialisti di Pedro Sanchez alle elezioni interne ed europee. Il leader spagnolo guida oggi le trattative a nome della famiglia dell'S&D e potrebbe chiedere nomine di peso. Nonostante la rassicurazione di "toglier il presidente della BCE da questo negoziato più politico e portarlo al mese di luglio", Sanchez ha ribadito l'importanza che "le principali famiglie politiche siano rappresentate anche nelle istituzioni europee". L'Italia, che nella scorsa legislatura europea guidava lo schieramento socialdemocratico, aveva tre nomi di punta (il presidente del Parlamento, il capo della BCE e l'Alto rappresentante estero) e ora potrebbe essere la Spagna a volere qualcosa di più.

ITALIA SOTTO OSSERVAZIONE - L'Italia sembra essere fuori dalle decisioni che contano e anzi è finita nel mirino della UE per la tenuta dei conti. Il premier Conte, arrivando al vertice, ha dichiarato che il governo ha "tutto l'interesse e tutta la determinazione a rivendicare per l'Italia le posizioni che merita", senza però chiarire quale. Conte non ha avuto alcun vertice bilaterale al termine del vertice ma ha incontrato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, alla vigilia della lettera che l'esecutivo UE manderà al governo sul mancato rispetto della regola del debito.



(Foto: Lukasz Kobus - © Unione Europea)
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