(Teleborsa) -
Se la trattativa per la fusione tra FCA e Renault è fallita, la colpa non è del governo francese ma di una serie di fattori tra cui la necessità di avere più tempo e maggiori garanzie, a partire dal rispetto dell'alleanza con Nissan.
A dirlo è il ministro dell'Economia francese
Bruno Le Maire, in un'intervista a Le Figaro riportata dalla stampa italiana. "FCA ha deciso di ritirare la sua offerta e io rispetto la sua scelta. Questa operazione rappresentava una bella opportunità industriale e questo rimane", ha aggiunto il titolare dell'Economia francese.
Per Le Maire, "Elkann ha svolto il suo ruolo di presidente di FCA e ha voluto procedere celermente quando
a noi invece serviva più tempo per assicurare un progetto il cui impatto industriale e tecnologico poteva essere considerevole. Ognuno è rimasto fedele alla sua logica, nessuno merita di essere criticato".
Il ministro ricorda che se lo Stato aveva "
fissato delle condizioni da rispettare" è perché è anche un azionista di riferimento con il 15% delle azioni in mano al Tesoro. "Siamo stati chiari sin dall'inizio, esigendo degli impegni sulla tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali. Abbiamo chiesto inoltre
garanzie sulla governance, ma la nostra prima esigenza era che questa fusione fosse siglata nel quadro dell'alleanza tra Renault e Nissan".
Per l'Eliseo dunque l'accordo è saltato anche per la mancanza di un sì netto dell'alleato giapponese, motivo per cui la Francia "
non ha voluto prendere nessun rischio né per l'alleanza, né per Renault", anche perché lo Stato "deve assumersi le sue responsabilità".
La risposta del governo italiano è arrivata da Luigi
Di Maio, secondo cui la trattativa è fallita proprio per "
l'interventismo di Stato".
"
La Francia non ha fatto bella figura. Si trattava di un'operazione di mercato e noi, anche se in contatto con FCA, l'abbiamo rispettata", ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico a Radio 24. "Neanche Renault è contenta dell'interventismo dello Stato francese. Se FCsi fa mercato, una grande azienda parla con la sua omologa, non è che interferiscono ministri e presidenti della Repubblica".