(Teleborsa) -
Il Presidente della BCE Mario Draghi torna a difendere l'Euro ed il ruolo chiave per
l'integrazione del mercato unico, in un discorso preparato per l'ottava conferenza della BCE sull'aggregazione dei Paesi dell'Europa centrale ed orientale.
Partendo dalla considerazione che
"il mercato unico ha creato prosperità", con ricadute positive sul PIL pro-capite dei Paesi del blocco europeo, Draghi ha sottolineato che "il principale
vantaggio della moneta unica è stato quello di garantire
stabilità nel processo di integrazione".
L'Euro - ha detto - è servito a "
mettere al riparo un certo numero di paesi dalla
volatilità del tasso di cambio in periodi di stress economico".
"Prevenendo svalutazioni competitive tra paesi all'interno dell'UE,
l'Euro ha poi garantito l'apertura del mercato unico ed ha rafforzato gli incentivi affinché le imprese accrescessero la loro
competitività attraverso aumenti di
produttività". Ciò si è tradotto in un
aumento del commercio, ha notato.
Il numero uno dell'Eurotower ha poi affrontato il tema dei
rischi globali, in particolare i
"venti contrari" che colpiscono il commercio internazionale (dazi e protezionismo, Ndr), e la vulnerabilità dell'Eurozona agli shock esterni di natura finanziaria (elevato indebitamento, Ndr). A proposito del
protezionismo, Draghi ha affermato che "i
vantaggi della convergenza del mercato unico devono quindi essere
consolidati, attuando
riforme verso un modello di crescita più equilibrato che sia meno vulnerabile ai cambiamenti delle condizioni esterne, come quelle emerse di recente".
Per quanto concerne gli
shock finanziari, Draghi ha sottolineato che "le passività nette verso l'estero delle economie europee si sono attestate
oltre il 70% del PIL nel 2018" e che i paesi con un maggior
sbilanciamento delle partite correnti "possono rimanere vulnerabili alle mutevoli condizioni finanziarie esterne a causa della loro
dipendenza sul finanziamento estero".
"Questi sviluppi confermano che sono
necessari sforzi politici per mantenere un costante
percorso di convergenza", ha affermato il Presidente della BCE, aggiungendo che "la principale
sfida nel lungo termine si sta spostando verso un
modello di crescita e di finanziamento più equilibrato, che dipende più dall'innovazione interna e dalla spesa per investimenti di quanto non sia stato finora. Ciò sarà possibile solo se le istituzioni nazionali e la governance saranno migliorate".