(Teleborsa) -
Cattive notizie per
artigiani e micro imprese: per loro, infatti, la
bolletta elettrica è sempre più pesante e cresce il
divario con le grandi imprese. Nel 2018 il costo dell'energia elettrica per la fascia di consumi fino a 20 MWh è aumentato del 4
,1% mentre le grandi imprese (consumi tra 20mila e 70mila MWh) hanno beneficiato di una sforbiciata dei prezzi del
16,9% e le aziende energivore (70mila-150mila MWh) del
9,5%. E' quanto emerge dall'Osservatorio Energia 2019 realizzato dal Centro Studi CNA.
CRESCE IL DIVARIO TRA GRANDI E PICCOLI - L'anno scorso è stato caratterizzato dall'entrata in vigore dell
a Riforma degli energivori che riconosce alle grandi industrie sgravi fiscali pari a 1,7 miliardi di euro sul costo dell'energia, finanziati dalle bollette di tutte le altre categorie di utenti. Per le imprese con consumi elevati il peso del fisco è crollato dell'87,5% mentre per la fascia di consumi fino a 20 MWh la componente fiscale si è alleggerita soltanto del 2,5% allargando il
divario tra grandi e piccoli con questi ultimi che
pagano l'energia elettrica
tre volte di più rispetto alle imprese con consumi oltre i 70mila MWh (22,6 centesimi per KWh contro 7,6 centesimi).
"Il sistema della bolletta elettrica - rileva l'Osservatorio Energia di CNA - si conferma sempre più
iniquo e sperequato, penalizzando le piccole imprese italiane in maniera non più sostenibile. E' necessario intervenire co
n una drastica riforma della struttura di costo dell'energia, estrapolando dalla bolletta le componenti non strettamente legate al sistema elettrico, come il finanziamento delle politiche per le rinnovabili e le robuste agevolazioni fiscali agli energivori, facendole transitare sulla fiscalità generale e definendo una distribuzione delle varie componenti in bolletta più bilanciata tra le diverse categorie di utenti".
PICCOLO FA RIMA CON PENALIZZATO - Nel complesso le imprese italiane continuano a sopportare un costo dell'energia elettrica tra i più alti in Europa, anche se le
piccole imprese sono quelle più penalizzate. Il divario tra l'Italia e la media europea nel 2018 rimane molto ampio e
supera i 17 punti percentuali.