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Eurozona, il settore manifatturiero resta in zona contrazione

Il continuo crollo di produzione e nuovi ordini pesa sull'andamento del comparto. L'indice PMI finale si è attestato a giugno a 47,6 punti ancora più sotto i 47,7 punti della rilevazione precedente

Economia, Macroeconomia
Eurozona, il settore manifatturiero resta in zona contrazione
(Teleborsa) - Per il quinto mese consecutivo peggiorano a giugno le condizioni operative del settore manifatturiero. Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’Indice finale IHS Markit PMI, del Manifatturiero dell’Eurozona è rimasto al di sotto della soglia di non cambiamento di 50, diminuendo al valore più basso in tre mesi di 47,6 dal 47,7 di maggio. Inoltre, il PMI è stato leggermente più debole della precedente stima flash di 47,8.

Analizzando i singoli sotto settori a giugno sono evidenti divergenze delle prestazioni. Le condizioni operative del settore dei beni di consumo sono migliorate al tasso maggiore da gennaio. In contrasto, quelli dei beni intermedi e di investimento hanno registrato forti contrazioni. Per il sotto settore dei beni intermedi, il peggioramento è stato il maggiore riportato da aprile 2013.

Secondo gli ultimi dati delle singole nazioni, le condizioni operative sono risultate generalmente deboli in tutta la area euro. La Germania, nonostante abbia avuto un miglioramento del PMI al valore più alto in quattro mesi, è rimasta la nazione a riportare i
risultati più deboli. Austria, Spagna, Irlanda e Italia hanno tutte registrato indici PMI al di sotto della soglia di non cambiamento di 50, mentre la crescita nei Paesi Bassi è stata solo marginale. In qualche modo la Francia, anche se con una crescita modesta, è andata in controtendenza, registrando il PMI più alto in nove mesi. La Grecia è rimasta la nazione a registrare la performance migliore, anche se il relativo PMI ha raggiunto il valore più basso in 19 mesi.

"La crisi del settore non mostra segnali di una fine imminente. Gli indicatori anticipatori di tendenze sono rimasti a giugno pericolosamente deboli, aggiungendo ulteriori paure circa lo stato di salute dell’economia durante la seconda parte dell’anno", ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit.
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