(Teleborsa) - Dal
primo luglio gli
Stati Uniti sono ufficialmente nel ciclo di espansione economica più lungo della loro storia, battendo il record di 120 mesi consecutivi di crescita che risaliva al periodo
marzo 1991-marzo 2001. Una lunga striscia positiva quella attuale che dura dal giugno del
2009, dopo la grande crisi. Lo certifica il
National Bureau of Economic Research, secondo cui in quest'arco di tempo il Pil
Usa è cresciuto del
25% con un tasso di disoccupazione sceso a maggio al 3,6%, il più basso dal 1969."L'economia americana è migliore di quanto non lo sia mai stata, nonostante le fake news" è il commento del Presidente americano, Donald
Trump che esulta su Twitter nel giorno si certifica che la
ripresa Usa ha battuto tutti i record.Fed: Casa Bianca spera vada avanti con il taglio dei tassi - Non è certo mistero che il Tycoon, nei mesi scorsi, ha ripetutamente chiesto alla
Banca centrale di ammorbidire la politica monetaria, un'azione di sfondamento quella di
Trump più volte andata a vuoto. Lo scorso 19 giugno la Federal Reserve ha sì deciso di lasciare invariati i tassi di interesse al 2,25-2,5%, aggiungendo però che
"monitorerà da vicino l'economia", alla luce delle crescenti "incertezze".L'annuncio del suo braccio di politica monetaria, il Federal Open Market Committee, che però nello statement ha eliminato il termine paziente:
un chiaro segnale di un taglio dei tassi nel breve periodo. "Spero che la Fed vada avanti con un calo dei tassi di interesse": ha detto il Consigliere per le politiche commerciali della Casa Bianca Peter Navarro, secondo cui
"pensare che un rialzo dei tassi possa avere ancora un effetto positivo è sbagliato".