(Teleborsa) - Una
riforma, quella del
catasto, annunciata più volte nel corso degli anni che però non ha
mai visto la luce. Anche stavolta, dopo aver messo nero su bianco nella bozza della
Nadef (la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza), il Governo ha fatto immediatamente retromarcia sull’intenzione di
mettere in campo un ddl collegato alla Manovra per rivedere
le rendite catastali e allinearle ai valori di mercato: ha fatto capolino poche ore, poi è
scomparso dal testo ufficiale, pubblicato sul sito dell’Economia.
Per l’ennesima volta, dunque, rivoluzione rinviata: a dare lo stop praticamente sul nascere, il Viceministro all’Economia Antonio Misiani, con buona pace di Bruxelles che, nelle raccomandazioni adottate nell’Ecofin il 9 luglio scorso, aveva chiesto all’Italia un aggiornamento dei
valori catastali attuali,
fermi da oltre vent’anni, che rispetto al
reale valore di mercato sono inferiori, mediamente, del 50% (ovviamente a seconda della ripartizione geografica), che però produrrebbe
un inevitabile aumento delle tasse sugli immobili. Immediata, infatti, era stata la levata di scudi da parte di
Confedilizia che ha accolto con favore la decisione.
Anche stavolta il
“fantasma” della
riforma del catasto tornerà nell’armadio, pronto ad aggirarsi ancora per spaventare un
settore che negli anni ha vissuti
momenti altalenanti.