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Confindustria, previsioni più pessimistiche al 2020: Italia rischia recessione

Il rapporto Scenari Economici delinea un quadro peggiorativo rispetto alla NADEF e conferma: "Manovra restrittiva: eredità del passato troppo grande e poche risorse per fare di più". L'associazione imprenditoriale delinea una ricetta in 7 punti per favorire la crescita

Economia
Confindustria, previsioni più pessimistiche al 2020: Italia rischia recessione
(Teleborsa) - Un'Italia in bilico fra ripresa e recessione, previsioni più pessimistiche per il 2020 ed una ricetta in sette punti per far ripartire l'economia. E' questo in sintesi il contenuto del rapporto Scenari Economici stilato da Centro Studi Confindustria e presentato oggi a Roma presso la sede dell'associazione imprenditoriale di Via dell'Astronomia.

Confindustria ha confermato le previsioni elaborate in primavera, che indicavano una crescita del PIL italiano dello 0,4% nel 2020, dopo la stagnazione attesa quest'anno (PIL a zero), ed un rapporto deficit/PIL in aumento al 2,8%, pericolosamente vicino alla soglia del 3%, in quanto le coperture previste dal governo non vengono ritenute "esaustive" (lotta evasione). Previsioni che si allontanano molto da quelle del Governo nella NADEF, che indicano un PIl allo 0,6% ed un deficit al 2,2%.

Tutto dipenderà - si sottolinea - dalle politiche e dalle scelte adottate dal Governo, sul blocco dell'IVA e delle accise, che costerà oltre 23 miliardi, e dalle altre scelte politiche, considerando che in uno scenario a politiche invariate, il PIL rimarrà fermo anche nel 2020 e l'Italia sarà esposta a nuovi shock. Questi ultimi sono giudicati sempre possibili, soprattutto sul fronte estero (dazi, Brexit ecc.).

Sul fronte interno il focus è sul Reddito di cittadinanza (Rdc), apparso deludente, perché non è riuscito a far presa (domande minori del previsto) e a far da volano ai consumi. I consumi delle famiglie italiane sono molto vicini alla crescita zero e si teme una decrescita nel 2020 (-0,2%), a causa dei bassissimi livelli di fiducia di famiglie e imprese, che tendono ad una "gestione più parsimoniosa dei bilanci" per effetto di diversi fattori negativi. Previsioni pessimistiche anche sul fronte dell'occupazione, la cui crescita si arresterà dopo l'aumento della prima metà del 2019 in assenza di un aumento del PIL. Attualmente le stime indicano un aumento dello 0,6% nel 2019 e dello 0,2% nel 2020.

Questa manovra "si profila la più restrittiva dai tempi del governo Letta", afferma il direttore del Centro Studi di Confindustria, Andrea Montanino, spiegando che "la precedente legge di Bilancio aveva lasciato un'ipoteca forte sui conti pubblici" e dunque "non ci sono molte risorse per fare altro".

Confindustria propone così una ricetta in 7 punti per rilanciare la crescita e garantire la sostenibilità dei conti pubblici: sostegno agli investimenti privati mediante misure fiscali e sblocco degli investimenti pubblici, una riforma fiscale che vada soprattutto a favore del lavoro, un riordino delle aliquote IVA ed una maggiore selettività a scapito dei beni consumati dalle fasce più alte di reddito, misure di contrasto all'evasione anche mediante uso della moneta elettronica, utilizzo dei risparmi di Quota 100 e Rdc per ridurre il deficit, riequilibrio della tassazione sulle rendite finanziarie.

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