(Teleborsa) - La
famiglia Riva non è stata responsabile della bancarotta dello stabilimento
Ilva di Taranto, in gestione dal 1995 al 2012, ed anzi ha
effettuato investimenti per oltre 1 miliardo di euro "in materia di ambiente" e per oltre 3 miliardi "per l'ammodernamento e la costruzione di nuovi impianti".
Ne consegue che
non ci sarebbe stato il "contestato depauperamento generale della struttura" che ha portato al collasso ed alla successiva vendita dello stabilimento siderurgico.
E' quanto stabilito da
gup di Milano, Lidia Castellucci, nelle motivazioni della sentenza che ha
assolto Fabio Riva dall'accusa di bancarotta, nel luglio scorso, "perché il fatto non sussiste".
"Alla luce dell'ammontare dei costi complessivamente sostenuti" - si legge nelle 127 pagine di motivazioni - "è evidente come non possa ravvisarsi quel contestato depauperamento". Il gup ritiene inoltre
non "giustificata" la contestata perdita di valore degli impianti e del patrimonio aziendale, citata dai commissari, imputabile ai mancati interventi da parte della famiglia Riva nel ventennio di gestione.