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Coldiretti, in migliaia coi trattori alla Fieragricola di Verona: "Campi in emergenza"

Da invasione specie aliene 1 miliardo di danni: "Nuovi killer arrivati in Italia per mancanza controlli"

Agroalimentare, Economia
Coldiretti, in migliaia coi trattori alla Fieragricola di Verona: "Campi in emergenza"
(Teleborsa) -

Sono già in migliaia gli agricoltori della Coldiretti con i trattori, provenienti da diverse regioni, arrivati all'inaugurazione della Fieragricola di Verona, dove sono attesi esponenti delle Istituzioni europee, compresa la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, il presidente del Veneto Luca Zaia e il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.



La protesta è stata lanciata per fermare quella che l'associazione ha definito "la strage senza precedenti provocata dall'arrivo di specie aliene" che già avrebbero provocato danni per 1 miliardo di euro.

"Dopo mucca pazza, aviaria e xylella, i nuovi killer dei campi sono arrivati in Italia per i cambiamenti climatici e per i ritardi nella lotta, prevenzione e nei controlli da parte della Unione Europea", ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in piazza tra striscioni e cartelli di protesta.

Gli agricoltori hanno portato la frutta e parte dei raccolti danneggiati ma anche gli esemplari vivi di cimice asiatica (Halyomorpha halys), l'insetto che sta mettendo in ginocchio decine di migliaia di aziende. A favorirne la sopravvivenza, sottolinea l'associazione, è anche "l'inverno dal caldo anomalo, testimoniato dagli stessi giorni della merla che smentiscono addirittura la tradizione di essere i più freddi dell’anno, che provoca smog nelle città e danni in campagna".

La conta dei danni dovuti all'invasione di insetti e organismi alieni portati nelle campagne italiane dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione emerge anche dal Rapporto Coldiretti su "Clima: la strage provocata dalle specie aliene nelle campagne italiane", diffuso all'inaugurazione della Fieragricola.

"Dalla cimice asiatica al batterio della Xylella, dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii, dal cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni al punteruolo rosso che ha decimato le palme o il coleottero Aethina tumida, sono sempre di più le specie aliene che distruggono i raccolti, favorite dai cambiamenti climatici evidenti anche in un inverno caldo", si legge nel rapporto.

L'ultima è la "cimice marmorata asiatica" arrivata dalla Cina che – sostiene la Coldiretti – è particolarmente pericolosa per l'agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all'anno con 300-400 esemplari alla volta.

Un autentico flagello è poi il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam e ha devastato gli uliveti del Salento.

Danni sta facendo anche la Drosophila suzukii, il moscerino killer molto difficile da sconfiggere, che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva dal Veneto alla Puglia.

Le castagne hanno invece pagato un conto salatissimo per colpa – precisa la Coldiretti – del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell'insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà ancora tempo per ottenere un adeguato contenimento.

La produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori – sostiene la Coldiretti – è invece minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata, annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare.

Infine, c'è il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus, originario dell'Asia, che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e che, da allora, si è dimostrato un vero flagello per il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.

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