(Teleborsa) -
Si riaffaccia lo spettro del default per l'Argentina, secondo quanto emerso dall'ultima
missione del FMI a Buenos Aires. Sarebbe il nono default per il Paese sudamericano, nell'occhio del ciclone per i passati trascorsi con i bond "spazzatura". Il Paese non è riuscito ad abbattere la piaga dell'
iperinflazione, della
recessione (il PIL è crollato del 6% negli ultimi due anni) e dell'
elevato indebitamento, tanto che ora è
a rischio il rimborso di
100 miliardi di dollari di bond.
I
tecnici del FMI, a conclusione della visita in Argentina per valutare le condizioni economiche,
hanno lanciato un allarme sul debito, affermando che
"non è più sostenibile". L'indebitamento ha infatti
raggiunto il 90% del PIL, mentre
l'avanzo primario necessario per ridurlo
"non è economicamente o politicamente fattibile". L'Istituto di Washington prospetta dunque un nuovo default, che richiederà
nuovi "sacrifici" per gli investitori privati esteri, cui potrebbe esser richiesto un
"contributo significativo" (haircut o mancato rimborso di parte del valore dei bond).
Un cul-de-sac per il
governo di Casa Rosada guidato da
Alberto Fernandez, che ha chiesto
altro tempo per rilanciare la crescita e rimettere il Paese in carreggiata, tanto da poter pagare i debiti contratti con gli investitori internazionali. Un appello più che una richiesta, dal momento che i
conti sono peggiorati ulteriormente e l'esecutivo sta ancora combattendo per
abbattere la povertà che affligge il Paese.
Tutto rinviato alla
prossima settimana, quando si deciderà sulle
sorti dei bond argentini e sull'eventuale
ennesimo default.