(Teleborsa) - I
casi di coronavirus al di fuori della Cina superano per la prima volta quelli del Paese asiatico: secondo l'ultimo bollettino della Johns Hopkins University i
contagiati nel mondo sono 87.000 contro gli 80.860 dichiarati dalle autorità cinesi.Il dato conferma ancor di più il
carattere pandemico del contagio da Covid-19. Anche le
vittime nel resto del mondo sono di più: 3.241 oggi, contro 3.208 vittime in Cina. Pechino registra inoltre il più basso numero di contagi dall'inizio della pandemia: Wuhan ha avuto 4 casi, 12 i contagi "importanti" che per il terzo giorno di fila superano gli interni. Secondo i dati della Commissione sanitaria nazionale (Nhc), ci sono stati anche 14 decessi aggiuntivi, tutti collegati alla provincia epicentro dell'Hubei.
I pazienti dimessi dagli ospedali ieri sono stati 838, portando il totale a 67.749: sui 80.860 contagi certi,
il tasso di guarigione è salito di quasi due punti percentuali, all'83,8%. Basso anche il numero dei nuovi casi di coronavirus in Corea del Sud, scesi ancora ieri a 74, dai 76 di sabato,
attestandosi ai minimi di oltre tre settimane. I dati dimostrerebbero la validità delle misure restrittive attuate in Asia, simili a quelle italiane. "
Lo stop delle scuole ha funzionato. E ora la proroga non è esclusa", ha infatti affermato il presidente del Consiglio superiore di sanità
Franco Locatelli in un'intervista al Corriere della sera sul coronavirus.
"Oggi possiamo affermare che la scelta di chiudere scuole e università - aggiunge - ha evitato, assieme ad altre misure, di rendere ancora più critica l'emergenza. Nei giorni immediatamente precedenti la scadenza del 3 aprile valuteremo la situazione.
Siamo pronti a prorogare la sospensione didattica, se necessario".