(Teleborsa) -
Porte sbarrate in banca: chiudono
più della metà delle filiali, mentre
misure "speciali" sono previste per gli
sportelli che restano aperti al pubblico con
orari ridotti, squadre alternate e kit di prevenzione. E' quanto stabilito dal
protocollo firmato ieri da Abi e sindacati, che limita l’attività bancaria di sportello all’assistenza alla clientela.
Non è passata la linea tenuta dai sindacati che avevano richiesto – in via non pregiudiziale – la
chiusura totale degli sportelli
per due settimane. La scelta su come agire è stata quindi demandata alle singole banche.
Il principio comune degli istituti bancari è stato quello di
ridurre al minimo i contatti tra bancari e clientela, ma certamente la
linea più "dura" è stata quella seguita da
Unicredit che ha
sbarrato oltre il 70% delle sue filiali, lasciando aperte solo quelle maggiori. Impossibile anche effettuare versamenti di assegni sugli sportelli ATM, perché in filiale manca il personale che possa controllarne la validità. Orari ridotti invece per
Intesa Sanpaolo, con apertura quotidiana la mattina per le più grandi ed a giorni alterni per quelle di medie dimensioni, chiuse le sedi minori. Approccio diversificato per
Banco BPM che chiude 500 filiali e per altre 850 fissa la turnazione del personale, che è stato dotato di specifici kit protettivi. Misure rafforzate ed
orario preservato per le filiali più grandi di
UBI mentre lavorano da remoto tutti i bancari delle sedi centrali.
Il Protocollo ABI-sindacati stabilisce, a tutela dei bancari ancora al lavoro nelle filiali, ulteriori
misure di sicurezza su accesso fornitori, pulizia e sanificazione,
precauzioni igieniche sanitarie, dispositivi di
protezione individuale, servizi e contatto con il pubblico, organizzazione aziendale,
sorveglianza sanitaria. Previsto dall’accordo, inoltre, che in questa fase di crisi partecipi al tavolo nazionale anche un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza per organizzazione sindacale.